Ma il governo Conte bis è friendly? Ecco le opinioni dei neo-ministri

Quasi tutti i ministri si sono espressi nei confronti della comunità LGBT+? Ma in modo positivo o negativo?

governo conte
3 min. di lettura

Ricordando le dichiarazioni di alcuni ex ministri durante il governo giallo-verde, è lecito domandarsi se i politici e tecnici nominati oggi per il nuovo esecutivo di Giuseppe Conte sono un po’ più friendly. Tranquilli, nessuno di loro, in passato, hanno sostenuto che le famiglie gay non esistono. E nessuno sostiene l’idea di mantenere la dicitura padre e madre nei documenti ufficiali dell’Anagrafe. Come riporta Wild Italy, su 21, solamente 7 ministri del nascente Governo Conte bis non hanno mai fatto dichiarazioni legate alla comunità LGBT+.

Degli altri, solo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha espresso scetticismo riguardo adozioni gay e matrimoni. In due occasioni ha ribadito pubblicamente che una famiglia è “formata da una mamma e un papà“. Nonostante questa posizione, è sempre stato favorevole alle unioni civili (non entriamo nel merito della votazione al ddl). Si era distanziato poi dalle dichiarazioni del suo ex collega Matteo Salvini. Infine, aveva affermato che non c’è posto all’interno del Movimento Cinque Stelle per chi ha opinioni omofobe.

Le opinioni friendly dei ministri del Governo Conte bis

Lorenzo Guerini (PD), ministro della Difesa: nel 2016, si scagliò contro l’allora governatore della Lombardia Roberto Formigoni. Questo aveva fatto dichiarazioni omofobe riguardanti il ddl delle unioni civili. Nello stesso anno, Guerini è sceso in piazza per festeggiare l’approvazione della stessa legge.

Elena Bonetti (PD), ministro delle Famiglie e delle Pari Opportunità: la persona giusta per guidare questo ministero. Ne abbiamo parlato a lungo qui.

Vincenzo Spadafora (M5S), ministro dello Sport e Politiche Giovanili: con la delega alle Pari Opportunità durante il primo Governo Conte, aveva aperto un tavolo con tutte le associazioni LGBT italiane, l’idea però non ha portato alcun risultato. In occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia (17 maggio 2019),  promosse uno spot contro l’omofobia che andò in onda nelle rete Rai. Da sempre, sostenitori dei diritti LGBT. Nel 2018, ha partecipato al Pompei Pride.

Roberto Speranza (LeU), ministro della Salute: ha sottoscritto la piattaforma Voto Arcobaleno di Arcigay, sostenitore della legge contro l’omofobia e del matrimonio egualitario.

Roberto Gualtieri (PD), ministro dell’Economia: grande sostenitore dei diritti LGBT, ha criticato il Brunei per l’introduzione della pena di morte per gli omosessuali. Nella sua pagina web, si può trovare una dichiarazione in cui conferma la volontà di rivendicare i diritti civili in Italia.

Nunzia Catalfo (M5S), ministra del Lavoro: durante la discussione nel 2014 del ddl contro l’omofobia (mai approvato), si scagliò contro Carlo Giovanardi, contrario al testo, da sempre a favore di una legge contro l’omofobia.

Dario Franceschini (PD), ministro della Cultura e del Turismo: sostenitore di una legge contro l’omofobia, aveva trattata il tema del turismo LGBT, mostrandosi aperto alla comunità che sceglie l’Italia come meta per le proprie vacanze.

Francesco Boccia (PD), ministro agli Affari Regionali: sostenitore di una legge contro l’omofobia e alle adozioni gay, erano due punti nel suo programma quando si candidò alla guida del PD.

Vincenzo Amendola (PD), ministro agli Affari Europei: partecipò nel 2012 al Salerno Pride, in occasione dell’evento “Salerno Campania Pride 2012”.

Paola De Micheli (PD), ministro dei Trasporti: si è dimostrata aperta alla proposta di Arcigay, aderendo alla piattaforma Voto Arcobaleno.

Stefano Patuanelli (M5S), ministro dello Sviluppo Economico: firmatario della legge contro l’omotransfobia proposta dalla collega pentastellata Alessandra Maiorino, ha sostenuto il riconoscimento delle unioni contratte all’estero.

Fabiana Dadone (M5S), ministra della Pubblica Amministrazione: nella vicenda di Radio Globo, ha firmato l’appello dei 5s all’AGCOM per le dichiarazioni omofobe pronunciate dal conduttore dell’emittente. In quella storia era coinvolta anche Gay Center, che qualche mese fa ha vinto la causa legale.

Paola Pisano (M5S), ministra dell’Innovazione Tecnologica: da assessora all’Innovazione della giunta Appendino, ha sostenuto la decisione della sindaca di riconoscere i figli delle coppie LGBT.

Credits: LaPresse – Palazzo Chigi

Fotografo: Filippo Attili

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bacibaci 7.9.19 - 14:50

La parte PD ed anche Leu del governo è di sicuro gay-friendly, perchè il PD le unioni civili le ha fatte mentre il m5s alla fine per i gay non si è mai esposto, ci sono solo dei singoli, che alla fine sono specchietti per le allodole, il m5s nel suo complesso non ha nessuna intenzione di dare un'immagine del m5s pro-gay, il m5s dà un colpo alla botte ed un colpo al cerchio ed alla fine non fa un caxxo per i noi.

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