Omicidio Varani: nuove e inquietanti rivelazioni arrivano dalle intercettazioni delle chiamate e dagli incontri coi parenti di Manuel Foffo, autore del delitto efferato insieme a Marco Prato.
“Ho fatto una cosa peggio dell’Isis, un crimine vigliacco, infame, crudele“, confessa Foffo al fratello. “Non mi piace essere me stesso. Gli ha dato la coltellata al cuore. Dice che gliel’ho data io? A beh… gli stava a tajà er p…. Lo voleva evirare. Gli ho fatto: ‘fermate ahooo’. Al magistrato l’ho detto ho colpito più io, ho colpito più io. Lui pure ha colpito. Io e lui avevamo intenzione di ammazzare una persona, e lui ha scelto il suo amico come vittima designata. Io a quel ragazzo manco lo conoscevo. A quel ragazzo ce penso tutti i giorni. Se gli sparavo finiva subito la cosa”. “Non ti devi sentire responsabile”, replica incredibilmente il fratello. “Non eri te, non eri te”. E lui: “Lo so, ma vallo a spiegà alla gente… Quel ragazzo ha sofferto”.
Le parole di Foffo suonano come un autoconvincimento d’innocenza, uno scaricamento delle colpe più efferate sul pr romano. C’ero, mi ci sono ritrovato, non è colpa mia. Il cattivo, quello gay, è Marco Prato. Io sono un povero disgraziato, disgraziato ma etero.
E infatti Foffo continua, spaventato solo dal fatto che a processo si possa parlare del suo ambiguo orientamento sessuale: “Non posso sopportare che durante le fasi del processo si parlerà del mio orientamento sessuale, se un giorno dovessi uscire dal carcere non riuscirei a guardare in faccia una ragazza“.
Non bisogna dimenticare che Foffo affermò proprio che “Marco è gay, io sono eterosessuale. Abbiamo avuto un rapporto e lui aveva un video, così ho temuto che potesse ricattarmi e ho continuato a vederlo“. Foffo si dipinge come l’eterosessuale vittima di un gay perverso, ricattato da un impostore. In queste dinamiche di difesa e accusa si inserisce anche il rapporto conflittuale col padre Valter Foffo, che ha più volte ribadito, su tutto, che suo figlio è eterosessuale. “A noi non ci piacciono i gay, ci piacciono le donne vere. E mio figlio non è da meno“, disse mesi fa al Messaggero.
In Foffo sembra esserci un meccanismo di repressione forzata che emerge nella volontà, più volte espressa, di uccidere suo padre. Forse proprio per le imposizioni, ripetute e costanti, perpetrate nel corso di tutta una vita, a reprimere ogni istinto omosessuale. “Il mio problema è stato papà“, spiega Manuel Foffo in una conversazione con il fratello, “perché praticamente Prato mi ha detto: ‘Io ho capito che tu vuoi assoldarmi per uccidere tuo padre’. Da lì è scattata tutta una serie di cose che non ricordo, fatto sta che noi siamo usciti per cercare una persona“.
Fonti: Dagospia, Corriere della Sera, Il Post
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non è matematico, ma da una patriarcalissima famiglia di merda è molto probabile che esca un figlio di merda
Essere considerato dispregiativo in quanto gay come sostantivo e come aggettivo da parte di persone così per me è solo un vanto e lo dovrebbe essere per tutti i cittadini, omosessuali ed eterosessuali. Ha il terrore di essere gay o che il padre capisca che in fondo è gay e lo disprezzi? Ma anche tolto questo, ci rendiamo conto di che personaggio parliamo? Meglio essere odiati da certa gente. L'ho scritto e lo ripeto con un altro esempio: c'è un sindaco vicino a Milano a Corsico che ha vietato le unioni civili tra gay nel suo comune perchè contrari ai suoi valori morali e poi ha autorizzato una manifestazione fieristica organizzata dalle cosche mafiose. E' un onore, è un orgoglio, è un vanto essere discriminati da gente così.
sono d'accordo