OMOSESSUALI IN BOCCONI

In una delle facoltà italiane più prestigiose, dove nascono i manager del futuro, un gruppo di studenti vuole costituire un collettivo universitario gay. Ma la cosa incontra qualche opposizione.

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MILANO – Il laboratorio culturale “Un altro mondo in costruzione“, insieme ad Alternativa democratica, Liliput Bocconi e Punto a sinistra, hanno sponsorizzato una serata al pensionato dell’Università Bocconi di Milano per dare appoggio a quanti chiedono un collettivo omosessuale degli studenti che frequentano la prestigiosa università milanese. Ospiti della serata, oltre noi di Gay.it, Fabio Canino e Paolo Ferigo, presidente del Cig ArciGay di Milano.

Ci sorprende piacevolmente il centinaio di persone, per la maggior parte studenti universitari eterosessuali che affollano la sala e che cercano di capire l’essenzialità di un gruppo così particolare all’interno del “santuario” che forma i futuri manager e i professionisti dell’economia e della finanza. Per la verità, il nascituro collettivo ha già ricevuto il veto e l’ostilità del dr. Grillo, “deus ex machina” dell’università, presidente e dipendente del “diritto allo studio”. «La Bocconi – pare abbia detto – non può accettare un gruppo dichiaratamente omosessuale. Non ne vediamo la convenienza all’interno di una struttura come la nostra così prestigiosa! Anche raccogliendo le firme non credo che il rettore potrà accettare questa vostra richiesta».

Le firme di cui parla il dr. Grillo sono quelle necessarie a formare un gruppo politico o culturale riconosciuto, che possa usufruire delle strutture messe a disposizione dall’università. Necessita di cinquanta firme tra gli iscritti ai vari corsi universitari e il consequenziale placet del rettore. Secondo il dr. Grillo, il gruppo omosessuale non avrebbe i requisiti politici e/o culturali. Omofobia, sanzionerebbe qualcuno!

Luca, un laureando ventiquattrenne è un fragile ma deciso gay che sta tentando di dare corpo a questo nuovo collettivo che si chiamerà OiBo (Omosessuali in Bocconi). A lui chiediamo lumi su questa nuova realtà omosessuale. «L’idea – dice – è venuta a maturare lo scorso ottobre con una serie di riunioni tra i vari gay che frequentano la Bocconi e stasera cerchiamo di lanciare l’iniziativa appoggiandoci al laboratorio “Un altro mondo in costruzione” e agli altri che appaiono in locandina. Potevamo andare direttamente dal rettore, ma sarebbe stata una mossa perdente in una istituzione così rigida e conservatrice come quella della Bocconi. A noi servono le firme e, nei prossimi giorni, faremo anche dei banchetti per poi recarci, forti di questo consenso, dal rettore». Dentro si proietta, prima del dibattito, il film “Amici complici amanti” e notiamo i presenti divertiti e poi partecipi della serata, fino alla fine: un buon segno! Da parte loro, a quanto ci riferiscono più voci, le istituzioni accademiche non sono state molto tenere, usando anche toni derisori e di scherno verso i ragazzi che desideravano la costituzione di OiBo. Similmente ai più volgari cessi delle nostre stazioni ferroviarie, in quelli dell’austera università milanesi e del suo pensionato, sono apparse scritte offensive e omofobe dirette anche a precisi individui.

Luca fa anche parte del collettivo “Elemento Gayo” dell’università Statale di Milano e del “Gruppo scuola” del Cig ArciGay. A loro ha chiesto appoggio per questa serata e la presenza di Paolo Ferigo è un elemento importante, come del resto quella di Fabio Canino che spiegherà ai ragazzi che la miglior difesa, nelle scelte sessuali, è quella della tolleranza e del rispetto reciproco. Ad Alessandro, 20 anni, eterosessuale, chiediamo come è vista dagli studenti della Bocconi la realtà omosessuale: «Diciamo che non se ne parla. Penso che qui i gay conducano una vita abbastanza appartata. So di alcuni ma, anche per loro, è un fatto privato che non va esternato! Forse mancava quel punto di aggregazione che dovrebbe venir fuori con la costituzione del gruppo OiBo».

Coloro che sono apertamente dichiarati o vivono a mezzo servizio con il loro “coming out” stasera sono parecchio battaglieri, anche con un gruppo di ragazzi che chiedono all’uditorio la necessità e il significato di un gruppo omosessuale nella Bocconi. Registriamo delle incertezze in alcuni che vogliono far parte di OiBo ma che non si sono ancora resi visibili ai loro amici e genitori. «Il problema – ci spiega Luca – è delle risposte che danno gli omosessuali. Curiosamente io ho trovato più consensi, per questa nostra iniziativa, tra gli studenti eterosessuali; tranne alcuni disperati casi. Anche in Bocconi compaiono scritte omofobe nei bagni o in biblioteca. Gli studenti gay non vogliono esporsi per paura di chissà quali rappresaglie. Qualcuno poi crede che sia inutile parlare di omosessualità in università, proprio perché l’individuo è formato e ha già un suo indirizzo sessuale».

Altro che Pride! Qui, e in ogni scuola di ordine e grado, se ne dovrebbe fare uno quotidiano con incontri e discussioni, per sopprimere ogni intolleranza che nasce alle elementari e si corona nelle aule magne dei nostri atenei. Per molti, l’arrivo all’università è anche l’occasione di capire meglio la loro identità sessuale, fuori dal proprio nucleo familiare o lontani dal luogo di origine. Per tanti, invece, inizia un nuovo calvario tra l’indifferenza o il disprezzo covato dai nuovi compagni di studi e dagli stessi organi accademici.

Forse quella sinistra che oggi tanto si fregia di sostenere i diritti omosessuali, o quella destra che vuol mantenere un dialogo di accettazione e di confronto, dovrebbero essere più incisive e presenti in alcune battaglie, come questa che si sta facendo in Bocconi, per dare visibilità agli omosessuali e civiltà alla nostra società. Forse qualcuno dovrebbe spiegare a chi ostacola la nascita di OiBo all’interno della Bocconi, che questo movimento potrà coniugare politica e cultura e confronto. Avrebbero in bilancio meno spese per la pulizia delle scritte contro gli omosessuali destinandole, magari, a seminari e incontri sulla sessualità di studenti e docenti che affollano l’università. Crediamo davvero che l’illuminato rettore della Bocconi, saprà far valere i diritti di alcuni suoi studenti e dar vita e spazi anche a OiBo, che ha già in cantiere la costituzione di un cineforum a tematiche omosessuali e un coordinamento omosessuale universitario nella città di Milano. Arcobaleno e Fabio Canino hanno promesso il loro sostegno e noi di Gay.it saremo attenti uditori a sostegno di una nuova battaglia di cultura e civiltà.

di Mario Cirrito

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