Il 10 giugno e il 24 giugno prossimo le due Capitali d’Italia, politica ed economica, scenderanno in strada con gli attesi Pride cittadini. Roma e Milano si coloreranno con i colori dell’arcobaleno, per due manifestazioni che a distanza di poche ore l’una dall’altra hanno presentato i rispettivi documenti politici.
Lo slogan del Pride capitolino di quest’anno è Corpi senza confini, mentre il claim dell’evento sarà ‘Scopriamoci‘. Un invito a tutte le persone che riconoscono nel Roma Pride una grande manifestazione di liberazione e di lotta: ‘scopritevi, come individui che portano in piazza orgoglio e desideri, e scopriamoci come comunità multiforme, capaci di superare i nostri stessi confini e di aprirci alle altre lotte a noi vicine‘. Tanti i punti della piattaforma rivendicativa: laicitá, autodeterminazione, accesso alla Gpa, fecondazione eterologa per singole e coppie lesbiche, il matrimonio egualitario, la tutela della salute attraverso seri programmi di informazione e prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, lotta a omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia, per citarne alcuni. Il Roma Pride, con lo spirito dei moti di Stonewall, torna a battersi contro ogni forma di sopruso, autoritarismo e totalitarismo, facendo propri i principi dell’antifascismo, dell’antisessismo e dell’antirazzismo.
Il Roma Pride afferma la necessità di rimuovere ogni confine e ostacolo che impedisca la piena autodeterminazione di ogni persona in armonia con la propria identità. Per questa ragione si chiedono interventi normativi che assicurino una gestione clinica etica dei casi di intersessualità, evitando l’imposizione di interventi chirurgici arbitrari e mutilanti nella prima infanzia e tutelando in questo modo il diritto di autodeterminazione dell’individuo nell’età adulta, l’integrità fisica, la dignità dei corpi e delle identità non conformi. Allo stesso tempo viene chiesta una corretta informazione sulla realtà transgender, lottando contro lo stigma sociale che ancora oggi permea la vita di tante persone trans, rivendicando politiche lavorative e di inclusione sociale sensibili.
Si continuerà a lottare, avvisano dal Coordinamento, ‘finché tutte e tutti non potranno scegliere liberamente non solo di sposarsi, ma ugualmente di riconoscere alla nascita i propri figli e di adottare pienamente quelli che già esistono anche nel caso di coppie separate‘. Si chiede ‘il pieno accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita per tutti e tutte, la fine della discriminazione nell’accesso alla fecondazione eterologa per le coppie formate da donne e per le donne singole nonché una legislazione che permetta la gestazione per altri anche nel nostro Paese‘. Occorre inoltre educare i giovani al sesso e a una sessualità libera in maniera consapevole e laica. Per questa ragione rivendicano ‘l’attuazione di seri programmi di informazione e prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, contro ogni forma di moralismo camuffato da pudicizia‘. Doveroso ‘un intervento legislativo che estenda la legge Mancino-Reale ai casi di violenza nei confronti delle persone LGBTQI‘, perchè nell’inerzia e nel disinteresse della classe politica omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia avanzano nei discorsi pubblici e, soprattutto, nelle violenze quotidiane. Allo stesso modo le Associazioni riunite nel Coordinamento Roma Pride ritengono sia giunto il momento che la legge dello Stato ponga definitivamente fine al dilagare delle sedicenti “terapie riparative” che, facendo leva sulla sofferenza provocata dalla stessa omofobia sociale, si rivelano come vere e proprie violenze organizzate ai danni dei più deboli ad opera di apprendisti stregoni senza scrupoli.
Dal Comitato del Milano Pride ribattono che ‘a tutt’oggi i confini persistono a tracciare differenze, esclusioni, particolarismi, a dividere e ad ostacolare il pieno e reciproco riconoscimento fra persone, a non promuovere eguaglianza, a generare discriminazione‘. Per questo motivo si chiedono “Diritti senza Confine”, perché i diritti appartengono alle persone ed alle loro vite, mentre i confini, che sono solo una costruzione della mente, non possono e non debbono essere usati per discriminare. La comunità LGBTQIA milanese richiede con forza che le discriminazioni e le violenze legate all’ omo-bi-transfobia vengano finalmente riconosciuti dalla legge come aggravanti nei crimini di odio, al pari di quelli di matrice razzista e xenofoba. Recentemente, sottolineano da Milano, alcune sentenze hanno rilevato la parità giuridica di tutte le famiglie, ‘ma questa parità non può e non deve essere confinata ad una conquista nei tribunali, ma deve invece essere riconosciuta ed istituzionalizzata dallo Stato‘. C’è poi il confine ideologico che impedisce a molte persone transessuali e transgender di accedere a una piena cittadinanza, basata sulla de-psichiatrizzazione e fatta di piena autodeterminazione, specie della propria identità di genere e il proprio corpo, di libero accesso al mondo del lavoro privo di stereotipi e di un sano rapporto con le imprese, sensibilizzate sul tema, come per la stessa società. Confine che limita la protezione per la libertà decisionale sul proprio sesso per le persone intersessuali.
‘Noi persone LGBTQIA che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle il disvalore dei confini e che da tempo lottiamo per il riconoscimento dei nostri diritti‘, concludono gli organizzatori del Milano Pride 2017, ‘non possiamo più accettare che si continui a proporre una società basata sull’esaltazione del concetto di confine. Noi non vogliamo stare dalla parte di chi questi confini li sostiene come valore, ma, anzi, ci impegneremo, come sempre ci siamo impegnati, a combatterli, dentro e fuori la nostra comunità‘.
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