Un sabato di festa, con i colori dell’arcobaleno ad unire l’Italia. L’Onda Pride 2019 ha coinvolto ben 3 città nel fine settimana, con migliaia di persone in strada per celebrare i 50 anni di Stonewall e chiedere uguali diritti alla politica nazionale.
Giunto alla sua seconda edizione, il Pride di Bergamo è stato bagnato dalla pioggia, fortunatamente incapace di frenare circa 4000 persone, guidati dalla madrina Paola Turani. Tra i politici presenti, il sindaco Giorgio Gori, il candidato sindaco dei 5Stelle Nicholas Anesa e l’altro candidato sindaco Francesco Macario.
A poco più di 100 km da Bergamo, a Verona, altro Pride e altri 4000 partecipanti. A poche settimane dal tanto chiacchierato congresso mondiale delle famiglie, la città è voluta scendere in strada per dire no all’omofobia e alla transfobia, ribadendo la difesa della legge 194 e la solidarietà ai migranti. Tra i presenti anche Stuart Milk, nipote di Harvey Milk.
Da tutt’altra parte d’Italia, a Taranto, chiusura con un migliaio di ragazzi, partiti da piazza Dante e arrivati a pizza Garibaldi, seguendo la voce narrante della cantautrice attivista LGBTIQ+ Eleonora Magnifico. “Fuori dal Binario libertà vo cercando, ch’è sì cara” il claim del Pride, organizzato da Luigi Pignatelli.
Ora il testimone passerà a cinque città, che il 1 giugno scenderanno in strada inaugurando il mese del Pride: Padova, Salerno, Modena, Perugia e Alessandria.
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Sono sempre più convinto che disperdere le forze in pride ovunque in giro per l’Italia. Da si più visibilità ma meno impatto politico sociale. Certo il pride porta soldi e non pochi... e ogni situazione locale dalle associazioni ai comuni ai localari si riempie le tasche e la bocca di buone intenzioni... Ma Io sono fuori dal coro!