Il gruppo era lo stesso che aveva "salvato" Luca, l’ex gay protagonista dell’arcinota canzone di Povia e questa era stata una delle ragioni che avevano spinto un imprenditore di 49 anni di Fermo a fidarsi e a rivolgersi a loro per aiutare suo figlio a guarire dall’omosessualità. Ad informarlo dell’esistenza di questa organizzazione ingrado di guarire, tramite metodi non ufficiali, anche dall’infertilità, dai tumori e dall’Aids era stato un conoscente.
C’è voluto un po’ di tempo prima che l’uomo si rendesse conto del raggiro e si rendesse conto che più che un gruppo terapeutico, quella a cui aveva affidato il figlio era una vera e propria setta che pretendeva pagamenti sempre più esosi per fare in modo che il figlio guarisse dall’omosessualità e diventasse etero.
"Il costo minimo si aggirava sui 260 euro – ha spiegato C.A. agli inquirenti – e arrivava, man mano che si passava di livello, a 15.000 euro. Il capo carismatico del gruppo mi disse che il caso di mio figlio era molto complesso e mi chiese 50mila euro".
La setta, però, non si è accontentata di truffare l’uomo e il figlio, ma si è spinta oltre, inventando situazioni mai verificatesi e convincendo il ragazzo di aver subito traumi inesistenti. "Versai la somma e, senza lontanamente immaginarlo, misi il mio ragazzo nelle mani di una setta senza scrupoli – ha continuato l’imprenditore -, che lo ha sottoposto alle umiliazioni più assurde, facendogli credere di aver subito una violenza sessuale da piccolo".
Le persone rinviate a giudizio finora sono undici accusate di associazione a delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza.
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