La scorsa settimana, Patrick Zaki è stato arrestato all’aeroporto del Cairo, portato in luogo segreto dove è stato picchiato e torturato con l’elettroshock dai servizi segreti egiziani. Solamente dopo 14 ore l’arrivo in Procura, dove è seguito un interrogatorio “legale”, con un avvocato e senza la minaccia di essere torturato nuovamente. Dall’8 febbraio, in Egitto Patrick Zaki viene dipinto come un sovversivo, un ricercato dalla polizia, addirittura fuggito in Italia per promuovere l’omosessualità.
In realtà, Patrick non è altro che uno studente, che ora sta facendo un Master a Bologna. E’ un attivista LGBT e per i diritti umani, è appassionato degli studi di genere, che è anche il campo in cui si sta formando, sia in Egitto che in Italia. Ma questo, a quanto pare, non piace alle autorità egiziane, che lo considerano un criminale da tenere sotto controllo, anche quando era a Bologna. Non appena riconosciuto in aeroporto, la Polizia è intervenuta, per arrestarlo e interrogarlo, inventando verbali, prove e indizi per convalidare la sua detenzione temporanea di 15 giorni, ma che può essere prolungata fino ad anni.
Per liberare Patrick Zaki, si chiede l’aiuto anche dell’Italia
A Bologna, sono già due giorni di mobilitazione. E’ stato organizzato un flashmob in Piazza Maggiore a cui hanno partecipato gli studenti, i docenti e i rappresentanti dell’università di Bologna. Un secondo incontro poi in Piazza Scaravilli. Forse l’Università di Bologna interromperà le collaborazione con gli enti egiziani, in segno di protesta.
A esprimere preoccupazione sullo stato di Patrick Zaki è la sezione bolognese di Amnesty International, come riporta Open:
Stanno cercando di screditarlo come hanno fatto con Giulio Regeni. […] Ai tempi dell’omicidio di Regeni i giornali egiziani avevano fatto passare la sua morte come un omicidio passionale.
E’ la stessa storia. Due studenti brillanti, rapiti dalle autorità egiziane, torturati per avere delle informazioni. Patrick, fortunatamente, era riuscito ad avvisare i genitori, cosa che invece non è stato possibile per Giulio.
Ma non solo Bologna ha iniziato a farsi sentire. Dall’esecutivo, si è attivato Gateano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca. Con lui, anche la Farnesina e il ministro Di Maio, che h attivato un canale diplomatico per ottenere informazioni sull’arresto del ragazzo. In seguito è intervenuto anche Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare 5s nonché vicepresidente del Parlamento europeo.
A Roma, l’artista Laika ha omaggiato Giulio Regeni e Patrick Zaki, con un ritratto comparso la scorsa notte in via Salaria. Il murale raffigura Giulio dietro a Patrick, mentre lo abbraccia. Davanti ai due c’è la parola “Libertà“ scritta in arabo, in alto, il ricercatore dice al collega egiziano “Stavolta andrà tutto bene“.
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