Rinnovo della patente rifiutato perché gay e quindi, secondo il medico della Asl che ha negato il rinnovo, inabile alla guida. È la surreale vicenda capitata ad un ragazzo pavese e denunciata, con un ricorso al giudice di pace di Milano, dall’Associazione Giustizia in Italia. Il ragazzo, 28enne, si era presentato alla Asl per chiedere il primo rinnovo della patente di guida. Il medico, però glielo ha negato sostenendo che la sua omosessualità non lo rendesse idoneo alla guida. Sulla vicenda il deputato del Pd Alessandro Zan ha presentato oggi un’interrogazione parlamentare ai ministri Lupi e Lorenzin, rispettivamente responsabili dei Trasporti e della Salute. “Stando a quanto ha reso noto il ragazzo – racconta Zan -, il medico della Asl di competenza, cui si sarebbe rivolto per il primo rinnovo decennale della patente di tipo ‘B’, lo avrebbe dichiarato inidoneo alla guida in conseguenza della sua omosessualità, nonostante durante la visita non sia risultato affetto da alcuna patologia di rilievo che potesse in qualche modo pregiudicare la propria capacità di condurre veicoli a motore”. “Ciò ha inevitabilmente comportato il diniego al rinnovo della patente da parte della Prefettura di Milano – sottolinea l’onorevole ed ex presidente di Arcigay Veneto – e l’inizio di un iter giudiziario che comporterà oneri e spese al giovane”.
IL PRECEDENTE: LA CASSAZIONE CONDANNA LO STATO PER OMOFOBIA
Un caso simile si è concluso solo pochi mesi fa in Sicilia, dove un ragazzo di Catania era stato vittima dello stesso trattamento. Sulla vicenda si è espressa la Cassazione secondo cui il ragazzo è stato “vittima di omofobia” perpetrata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e della Difesa. Secondo i giudici di terzo grado, “la parte lesa è stata vittima di un vero e proprio (oltre che intollerabilmente reiterato) comportamento di omofobia” e per questo dovrà essere risarcito con 500 mila euro. Il caso di Pavia sembra ricalcare in pieno quanto accaduto in Sicilia. “Mi auguro – prosegue Zan – che i ministri dispongano un’immediata indagine per accertare i fatti e, se questi corrispondono al racconto del ragazzo, si provveda a individuare il medico che ha operato questa folle discriminazione e a sanzionarlo in modo adeguato per il proprio comportamento. È assurdo ancora oggi dover ricordare che l’omosessualità è stata depennata il 17 maggio del 1990 dall’elenco delle malattie mentali, ed è considerata dall’OMS una variante naturale del comportamento umano. Evidentemente non è così per l’omofobia disarmante di certe persone”.
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