E’ una meta ambita, per quanto difficile da raggiungere e anche pericolosa. Ma forse è anche per questo che ogni anno, al primo raggio di sole, nonostante divieti, cancelli, multe salate, pareti da scalare e controlli che arrivano anche da mare, bagnanti naturisti, molti gay, affollano la meravigliosa spiaggia ai piedi della scogliera di San Gaetano a Pieve, lungo l’Aurelia, nei pressi di Genova.
E ogni anno, puntuale, parte la polemica, perché anche se la spiaggià è davvero difficile da raggiungere, se non via mare, c’è sempre qualcuno a cui il fatto che lì le persone prendano il sole nude e che buona parte di loro siano gay proprio non va giù. Già di per sé, d’estate incappare in qualche controllo (con relativa multa) non è impossibile: che si sia scavalcato il guard rail con buona pace delle ordinanze comunali, che si siano scalati gli scogli in barba alle direttive della Capitaneria di Porto o che si sia violato il codice della strada magari abbandonando la macchina in piena Aurelia, è facile ritrovarsi un agente in divisa pronto a chiedere conto e ragione.
Insomma finora l’unico accesso dal quale era possibile arrivare alla spiaggia e godersi il sole in versione integrale era il mare. Ma date le polemiche nate contro i naturisti e i bagnanti gay, da quest’anno i controlli arriveranno anche dal basso. «Purtroppo più che segnalare il pericolo, ricordare il divieto d’accesso e provvedere con controlli saltuari, non si può fare – ha dichiarato Adolfo Olcese, sindaco pievese, al Secolo XIX – se qualche matto continua ad avventurarsi sulla scogliera, lo fa a suo rischio e pericolo. Comunque ben vengano i controlli anche dal mare».
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