Non sono tardate ad arrivare le reazioni alla sentenza della Cassazione secondo la quale pensare che vivere con una coppia gay comporti dei rischi per l’equilibrio di un bambino è un "mero pregiudizio" non basato su evidenze scientifiche.
E se Don Antonio Mazzi tuona dicendo che "la Cassazione va contro natura", Alessandra Mussolini (PdL) commenta che "la cosa più importante" in tema di affidamento è "vedere il bene del bambino, al di la’ dei gusti sessuali delle persone".
Parla di "una pagina importante per il rinnovamento culturale oltre che legislativo" Ivan Scalfarotto, vice presidente del Pd. "Da oggi – conclude Scalfarotto – tutti coloro che continuano a opporsi al riconoscimento dei diritti per le persone gay e lesbiche e per i loro figli dovranno fare i conti con questa sentenza che chiarisce come i loro pregiudizi non abbiano nessuna valenza o riscontro scientifico". "Un principio di civiltà" è quello stabilito dagli ermellini secondo Ignazio Marino, Pd.
"Dovremmo smettere di guardare a temi così importanti, come sono i diritti civili, con lenti del novecento – ha aggiunto Marino -. Ero contrario alle adozioni da parte di coppie omosessuali. Poi sono stato convinto dai compagni di classe di mia figlia, a Philadelphia. Con lei c’erano diversi bimbi e poi adolescenti allevati in famiglie omogenitoriali e ho visto che erano uguali in ogni aspetto ai compagni e alle compagne che crescevano in famiglie eterosessuali". "La capacità di crescere un figlio riguarda anche le coppie omosessuali e i single – ha concluso il senatore del Pd -. E’ un dato confermato dalla scienza". Sulla stessa linea anche Paola Concia. Pd, che ricorda come "ci sono tanti studi provenienti anche da Oltreoceano che dimostrano come l’orientamento sessuale all’interno di una coppia non condiziona in alcun modo la crescita di un bambino".
E’ quasi un sospiro di sollievo, quello di Franco Grillini, Gaynet, che commenta: "Per fortuna che in Italia c’è la Cassazione altrimenti saremmo al Medioevo e certo non tra i paesi civili". Una sentenza, quella della Prima sezione civile della Cassazione, che Manuela Palermi del Pdci (che aderisce alla lista Rivoluzione Civile di Ingroia) giudica "giusta e confortante per chiuque creda nell’uguaglianza delle persone e nei diritti universali".
Di segno radicalmente opposto, invece, i commenti che giungono dalla Conferenza Episcopale Italiana che per bocca del presidente della sua commissione per il Laicato, monsignor Domenico Sigalini, esprime sconcerto e commenta che "non si può costruire civiltà attraverso le sentense dei tribunali". Secondo Sigalini "ci sono studi precisi, dal punto di vista psicologico e filosofico, che debbono aiutare le persone".
Parlando poi di bambini adottati o dati in affido che "viene da situazioni di disagio", il vescovo di Palestrina aggiunge che "non è certo la cosa migliore metterlo in un’altra condizione che possa apportargli ulteriori difficoltà, sia per quanto riguarda la crescita, sia il suo rapporto futuro con gli altri”. Si associa al fronte dei contrari anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del PdL che giudica la sentenza della cassazione "un precedente molto pericoloso". "Di fatto apre ai figli nelle coppie gay – dichiara Gasparri -, sostituendosi al legislatore giacché nel nostro paese non è possibile dare in affido un bambino a coppie dello stesso orientamento sessuale". "Si tratta di una sentenza molto grave – conclude il senatore – ed useremo tutti gli strumenti parlamentari consentiti per tutelare il nostro ordinamento, difendere la famiglia e vigilare sul benessere dei nostri figli".
Nel dibattito interviene anche Carlo Giovanadri, PdL, ex sottosegretario alla Famiglia che parla di "vizio inaccettabile" che avrebbero "i magistrati di sostituirsi ai legislatori trinciando giudizi temerari sul fatto che sia indifferente per l’equilibrata crescita di un bambino il fatto di avere un padre ed una madre o ‘due genitori’ dello stesso sesso”. Preveidibile anche la contrarietà della Lega Nord che tramite Massimo Polledri parla di "anticipo del prossimo governo Bersani" da parte della magistratura. "Sono la natura e duecento anni di psicoanalisi ad indicarci la strada per il corretto formarsi dell’identità dell’individuo – sentenzia Polledri -, che avviene attraverso il confronto con genitori di sesso diverso. Se poi – conclude – il giudice ha dubbi, dovrebbe applicare il principio di precauzione, che se vale per i prodotti con ogm, varrà ancor di più in questi casi”.
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