La torre di Pisa, per la famosa pendenza e la sua forma è stata (ab)usata per gli scopi più disparati: foto dalle pose più divertenti, gadget di ogni tipo, immagini e campagne pubblicitarie. Anche sulle mutande da uomo. La forma fallica ben si presterebbe, infatti, secondo i fantasiosi esperti di marketing ad essere stampato oltre che sui tradizionali capi d’abbigliamento anche su boxer, slip da uomo e anche grembiuli da cucina. Accompagnate da frasi irriverenti, la torre spunta dalla fessura dei boxer, è a testa in giù, in su, di lato e così via.
Peccato che le bancarelle che circondano la piazza ne siano piene. Ed è ancor più peccato, nel vero senso della parola stavolta, che la piazza tutta appartenga non al Comune ma all’Opera primaziale. Ergo, il Vescovo. Il quale si è stufato che piazza dei Miracoli venga associata a quelle immagini così prosaiche ed ha quindi disturbato il Sindaco affinché ordinasse ai venditori ambulanti di rimuovere il gadget kitch. È «una sconcezza che deve finire», aveva detto il primo cittadino Marco Filippeschi appena ieri.
Detto fatto. Le mutande son sparite. E a chi si è ostinato ad esporle per la vendita i vigili urbani hanno redatto un verbale per «merci offensive del pubblico decoro», come prevede il regolamento comunale per il commercio. «Quei souvenir – ha detto il vicario diocesano, monsignor Enzo Lucchesini – sono una vergogna, non solo per i fedeli ma per tutta la città. È un’assoluta mancanza di rispetto, queste forme di pubblicità sono un segno di decadenza dei nostri tempi». Mauro Del Corso, presidente dell’Associazione Amici dei musei e monumenti pisani, aveva rincarato la dose: «Se continuiamo di questo passo, presto vedremo il Battistero a forma di water».
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