ROMA – Che in Città del Vaticano la manifestazione Diritti Ora! a sostegno delle unioni civili fosse destinata a non piacere era scontato, dunque non sorprende che oggi il suo quotidiano attacchi non solo l’evento in se ma anche tutti coloro che hanno osato parteciparvi. L’Osservatore Romano chiede rispetto (“Ironie e isteriche esibizioni da parte di chi invoca riconoscimenti e non esprime rispetto”) ma non ne dà, al solito, verso la minoranza omosessuale e oltretutto dimenticandosi per l’ennesima volta che i “riconoscimenti” i liberi cittadini che sono scesi in piazza li chiedono allo Stato Italiano, non a quello Vaticano. L’omofobico e male informato articoletto (“nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato”) sembra sia stato scritto semplicemente guardando un po’ le immagini trasmesse in tv, altrimenti non si sarebbe parlato, erroneamente, di un “corteo”. Non è mancata la solita superficiale banalità sulla “carnascialata” e particolare veleno è stato speso verso quei genitori, etero o omosessuali che fossero, che hanno portato con se i loro figli: sono stati accusati di voler “sfruttare la loro ingenuità”. Non si capisce davvero perché questi bambini avrebbero dovuto essere lasciati a casa invece che andare, coi loro genitori, a una manifestazione gioiosa e tranquilla che aveva come scopo proprio quello di promuovere pari dignità e diritti per i loro padri e le loro madri.
Dal mondo politico risponde all’Osservatore Romano il presidente del gruppo Prc al Senato Giovanni Russo Spena, che commenta che «La cecità politica dell’organo di informazione del Vaticano fa impressione: definire una carnevalata una grande manifestazione, composta, seria… ma davvero pensano che a quelle ottantamila persone che hanno gremito piazza Farnese siano tutte dei pagliacci? Anche l’accusa alle coppie gay di aver portato in piazza i bambini per strumentalizzarli, per dare l’idea di famiglia dove secondo il Vaticano evidentemente c’è solo vizio e deviazione, mi sembra così fuori dalla realtà degli affetti, talmente bassa da suscitare una grande preoccupazione. Credo che l’Osservatore Romano – conclude Russo Spena – debba delle scuse a tante coppie, gay e etero, che probabilmente crescono i loro figli nell’idea del rispetto e della tolleranza.» (Roberto Taddeucci)
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