La comunità LGBT+ della Polonia sta cominciando a ribellarsi al clima di ostilità e odio che devono affrontare quotidianamente. Non è mai successo in Polonia una manifestazione del genere come quella di ieri giovedì 8 agosto, organizzata sotto la sede della nunziatura apostolica, ovvero l’ambasciata vaticana, per richiedere le dimissioni dell’arcivescovo di Cracovia, monsignor Marek Jedraszewski. Difatti non sono di certo piaciute alcune sue dichiarazioni, fatte durante l’omelia del primo agosto.
L’arcivescovo di Cracovia era impegnato in una messa in memoria dei 75 anni della rivolta di Varsavia. Quando ha parlato di “peste arcobaleno” per riferirsi alla comunità LGBT+. Non si è fermato qui, però. L’omelia era in praticamente un messaggio di odio verso le persone omosessuali.
La peste rossa non corre più sulla nostra terra, ma ne è emersa una nuova, neo-marxista, che vuole impadronirsi delle nostre anime, dei nostri cuori e delle nostre menti. Una piaga che non è rossa, ma arcobaleno.
Chiunque promuova o difenda l’ideologia Lgbt nega la dignità della società, della famiglia e di valori e tradizioni della nazione, come in una nuova e ancor più minacciosa sfida bolscevica alla nostra identità.
Riassumendo, la peste rossa del comunismo avrebbe lasciato il posto a quella arcobaleno. Jedraszewski quindi mette sullo stesso piano una dottrina politica e un orientamento sessuale.
In Polonia, anche la chiesa fomenta odio verso le minoranze
Nel corso del sit-in non erano presenti sono la comunità. Tra gli altri, c’era ad esempio Ignacy Dudkiewicz, che è caporedattore della rivista cristiana Kontakt. C’era poi padre James Martin, gesuita e sostenitore dei diritti LGBT. In generale, c’erano molti esponenti e sostenitori della chiesa cattolica più progressista, che si sono dimostrati più aperti alla causa LGBT. Ma la Polonia sta vivendo un momento storico molto particolare, dove la destra estremista sta avanzando, senza avere avversari forti che possano contrastarla.
E la chiesa la sostiene, anche dal punto di vista elettorale. Infatti, a ottobre i polacchi saranno chiamati alle urne e i risultati non saranno di certo una sorpresa: il 40% del nuovo Parlamento sarà un concentrato di razzismo e omofobia.
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costui è statp consacrato da monsignor Julius Paetz, e non c'è bisogno di aggiungere altro.
In pratica gli anti-comunisti oggi si riciclano in anti-gay. Ed i gay, per timore dell'islam che è certamente in misura rilevante omofobico, si alleano coi cristiani anti-islam che PERO' sono anche anti-gay. Io dico che tirare la volata ai cristiani anti-islam che sono nel 99 % dei casi anche anti-gay non ci conviene. Io dico che conviene puntare sulla cultura della laicità. Non è un caso che oggi vada di moda chi agita il crocefisso in piazza e non vede di buon occhio nè gli islamici nè i gay.