PROSPERINI (AN): A MORTE I GAY!

Un grande esempio di politica "alta": Pier Gianni Prosperini, assessore regionale lombardo per Alleanza Nazionale, auspica l'uso della garrota per i 'deviati' gay. Richieste le dimissioni.

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MILANO –

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È bufera su Pier Gianni Prosperini, l’Assessore della Regione Lombardia ai Giovani, Sport e Promozione Attività Turistica. Il grande onore di tutta questa attenzione mediatica Prosperini se l’è procurata grazie a dichiarazioni che definire omofobe è dire poco. La scorsa settimana, durante una trasmissione televisiva, ha auspicato l’uso del napalm sui gay, suscitando le reazioni isolate della parlamentare di Rifondazione Titti De Simone e di Enrico Oliari, il presidente di GayLib, l’associazione dei gay del centro-destra, che aveva trovato «scandalose le affermazioni di Prosperini (An). Inopportune in un momento tanto delicato per via della discussione sul riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie conviventi».

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Prosperini, che non è nuovo a dichiarazioni ‘controverse’, produce anche dei calendari per i suoi fan nei quali si auto definisce “difensore della fede”, “protettore del nord” e “baluardo della cristianità”. Sopravvissuto allegramente alla boutade del napalm Prosperini ha messo a buon frutto le sue due lauree, una in medicina e una in lingua e letteratura straniera, rilasciando una lunga intervista pubblicata a tutta pagina su Il Giornale nella quale l’ex leghista ha dato libero sfogo a tutta la sua… cultura. Parlando della manifestazione Diritti Ora! ha detto: «Della pagliacciata dei (censura) che a Roma hanno manifestato per i Dico. Non ho niente contro di loro. Convivano pure. Ma l’omosessualità è una devianza. Quindi niente famiglia e niente adozioni. Il gay dichiarato non può essere né insegnante, né militare, né istruttore sportivo. (…) Ha visto il fotomontaggio di Benedetto XVI col dito medio alzato? Ci provino con la faccia di Maometto, se hanno i coglioni. Ecco, qua vien fora el mejo del dotor. Garrotiamoli, ho concluso. Ma non con la garrota di Francisco Franco. Alla maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta intorno al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scoppia».
Le reazioni

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Diciamolo chiaro e tondo: queste sono parole violente e razziste, doppiamente vergognose in quanto escono dalla bocca di un rappresentante istituzionale. Riprese da L’Unità si trasformano in un vero e proprio boomerang. A caso ormai esploso il leader di An Gianfranco Fini è chiaro: «Prosperini si vergogni e si dimetta. Di dirigenti come lui la destra italiana non sa che farsene». Paolo Ferigo, presidente dell’Arcigay Milanese, commenta che «se come comune cittadino poteva essere interpretato come un delirante personaggio in cerca di notorietà, in qualità di Assessore regionale è un vero pericolo pubblico. (…) L’omofobia e le violenze contro le persone omosessuali, lesbiche e transessuali sono in continuo aumento e invece di messaggi invitanti al rispetto dalle Istituzioni ci giungono queste istigazioni alla violenza. Formigoni deve intervenire! Deve stigmatizzare le dichiarazioni espresse da Prosperini e togliergli la delega, scegliendo al suo posto una persona democratica e civile!».
In Lombardia il centro-sinistra chiede che Prosperini si dimetta…
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In Lombardia il centro-sinistra chiede che Prosperini si dimetta. Da Roma Cecilia D’Elia, l’assessore capitolino alle Politiche per la semplificazione, la comunicazione e le pari opportunità, commenta: «Ho letto con incredulità e sconforto le dichiarazioni dell’assessore regionale della Lombardia Prosperini sui metodi con i quali vorrebbe colpire i gay. Mentre tante città, province e regioni sono impegnate in programmi di lotta alle discriminazioni, non è accettabile che chi svolge un incarico istituzionale dimostri una grave mancanza di cultura democratica e di senso delle istituzioni. Mi auguro che le istituzioni – ha concluso D’Elia – sappiano invece proporre politiche inclusive e sostengano la costruzione della Rete nazionale delle città, province e regioni gay friendly».
Scuse insufficienti e tardive

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Nonostante le sue testuali dichiarazioni siano piuttosto chiare ed evidenti Prosperini ieri se l’è presa con il quotidiano diretto da Antonio Padellaro, accusato di «aver orchestrato – ha detto – un attacco nei miei confronti non basato sulle idee politiche e sui contenuti delle mie battaglie, ma su una distorsione delle mie parole». Ha poi accusato Rifondazione Comunista, i centri sociali e l’Arcigay di avercela con lui. Sempre nella giornata di ieri Prosperini l’ha buttata sul fumettistico, precisando innanzitutto di essere anche contrario alla pena di morte: «Se fosse vero che pensassi o avessi detto una cosa del genere, come è stato evidentemente riferito al mio leader, – ha detto – avrebbe perfettamente ragione a chiedere le mie dimissioni. Io ho contestato solo quei gay che hanno offeso Benedetto XVI con il dito medio alzato. Ho parlato di punire severamente chi si comporta così e usando una iperbole ho parlato di garrota apache, una cosa che non è mai esistita se non nei fumetti di Tex Willer. Spero sia chiaro che non volevo intendere che qualcuno fosse garrotato».

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Le sue affermazioni sono però chiare e possono essere lette da tutti nel loro contesto e valutarle per quello che sono. Stamani, durante il Consiglio Regionale lombardo, Prosperini ha pensato bene di fare marcia indietro, proponendosi in veste civilizzata: «Sento il dovere – ha detto – di rivolgermi a tutta la comunità omosessuale nei confronti della quale affermo di non aver mai provato alcuna forma di ostilità o avversione». Si è poi scusato nei confronti di tutti coloro che «si sono sentiti offesi dal tono e dal contenuto delle mie parole. La libertà di costume e di espressione dei sentimenti personali – ha aggiunto Prosperini – certamente al centro dei valori di questa aula, rappresenta anche per me un riferimento ideale e culturale dal quale non posso e non voglio prescindere».
L’assessore ha poi ribadito che non voleva offendere nessuno, che le sue parole «erano tanto esagerate quanto, proprio per questo, non suscettibili di essere letteralmente interpretate» e ha poi ricordato a tutti i consiglieri di “l’assoluta mitezza” dei suoi comportamenti personali. Scuse che non hanno affatto convinto il centro-sinistra, che ha continuato a chiedere le sue dimissioni, ma il Presidente della regione Roberto Formigoni si è prontamente affrettato a perdonare il suo assessore, dicendo che «La posizione dell’opposizione mi sembra strumentale, tanto più che l’assessore Prosperini ha letto delle parole molto chiare e inequivocabili che chiariscono in maniera definitiva la sua posizione. Ha fatto un gesto di grande dignità politica».
Alla luce della violenza delle dichiarazioni da cui è nata tutta la vicenda a noi queste scuse di circostanza sembrano assai inadeguate. Troppo poco e troppo tardi.
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