“Renzi sposi la prima coppia gay in Italia“. “Un fatto simbolico ma anche la rivendicazione di una legge che riguarda tutti gli italiani e non solo le coppie gay. Tutto si può ancora migliorare, soprattutto i diritti dei figli e le adozioni, ma intanto oggi sfiliamo con un diritto in più, la legge approvata sulle unioni civili”.
Questa la dichiarazione ufficiale di Angela Infante e Fabrizio Marrazzo, direttrice e portavoce di Gay Center, a nome di tutta la comunità LGBTQI oggi presente in forza a Roma.
Quella che ovunque in Europa parrebbe una richiesta scontata in Italia suona ancora come un affondo se non addirittura una provocazione.
Ma la cosa più importante ora è non lasciarsi chetare dalla legge appena approvata.
Pur essendo riconoscenti a Monica Cirinnà per il lavoro incessante e meraviglioso che ha fatto, traghettandoci con enorme ritardo nella contemporaneità occidentale, ricordiamo quali fossero le promesse iniziali e programmatiche di Matteo Renzi, che la legge è passata mondata e monca e ricordiamo anche che il nostro obiettivo era, è e sempre sarà il matrimonio egualitario.
Chiedere a Renzi di sposare la prima coppia gay (nella redazione di gay.it scegliamo le parole con cura, crediamo che la lingua sia politica e crediamo che dire ‘sposare’ invece che ‘unire civilmente’ sia un modo militante, sebbene piccolo, per cambiare la percezione delle cose) è una dimostrazione simbolica con cui si chiede di ribadire quali sono le posizioni ufficiali e di immagine del governo.
Il PD ora agisca e si liberi dal giogo della corrente cattodem.
Parafrasando un cattolico illustre: non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo accontentarci.
Roma Pride 2016: il racconto attraverso Instagram > > >
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Trovo l'uso del verbo sposare del tutto inadatto, e controproducente: non è certo facendo finta di poterci sposare che verremo autorizzati a farlo. Anzi. Semmai è l'opposto, in quanto comunichiamo che anche se non abbiamo il matrimonio in fondo ci va bene lo stesso, che siamo persone che si accontentano di un compromesso a tal punto da far finta che in qualche modo sia ciò che ci spetta. Invito a ripensarci su. E' una scelta piuttosto umiliante nonché, appunto, controproducente.
Tanto o poco quel che abbiamo lo dobbiamo proprio a Renzi in termini di diritti. Se fosse per il gay pride o Arcigay Luxuria grillini o Vendola saremmo ancora a zero.