In molti se le aspettavano parole di forte discontinuità di Matteo Renzi sulle unioni civili, dopo la vicenda di mercoledì scorso, all’Assemblea Nazionale del Partito Democratico in corso ora a Roma. Ed in qualche modo è arrivato.
“Ma che paura che possono fare due persone che chiedono di aver un’unione tra di loro?”, ha iniziato il Presidente del Consiglio, sostenendo che “a me fanno paura quelli che si odiano, non quelli che si amano”. Ma poi, ha subito affrontato il tema politico più forte: “il passaggio è numericamente delicato”, ha sostenuto, perché “i numeri al Senato sono questi”, mostrando una immagine dei voti “sicuri” che il PD ha al Senato e cioé 122, corrispondenti al solo gruppo parlamentare. “Questa legislatura è stato un miracolo permanente perché questi sono i numeri che abbiamo”, ha proseguito, e “sulla base di questi numeri, forti di un accordo forte con Verdini e SEL, abbiamo pensato di fare l’accordo con Beppe Grillo ed i Cinque Stelle”. “È stato un errore?”, si è chiesto Renzi, rispondendo che non ha una risposta, ma sicuramente che “non ci saremo mai perdonati di fare quel tentativo”. E poi una indiscrezione: “Io so che venti minuti prima del voto finale Zanda ha ricevuto la telefonata del dietrofront“, perché, ha aggiunto il Presidente del Consiglio, “i 5 Stelle hanno l’obiettivo di fare il male del PD mentre noi abbiamo l’obiettivo di fare il bene dell’Italia “.
“Nelle prossime ore ci sarà un’assemblea del senato. Io sono disponibile a partecipare. Ci sono due alternative secche. La prima è far finta di niente e sperare che i M5S non abbiano la sindrome Lucy: ha dei rischi ma anche dei vantaggi. La seconda è immaginare un accordo di governo, con un emendamento sul quale dobbiamo essere pronti anche a mettere la fiducia”. Così Renzi, all’assemblea del PD. “L’unica cosa che non ci possiamo permettere- aggiunge renzi- è di frustrare la speranza come con i DICO 10 anni fa perché non è più in gioco solo un patrimonio di diritti, ma la credibilità di tutti noi nessuno escluso”. E poi la chiusura: “Da qui a martedì col gruppo del Senato sono pronto ad utilizzare gli strumenti regolamentari per portare a casa la legge, mettendoci – ha concluso – la stessa tenacia che abbiamo messo negli altri provvedimenti forti di questo Governo”.
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a casa mia questo si chiama "portare fino in fondo una battaglia", si chiama coerenza, si chiama parlare chiaro. Dedicato a tutti quelli che "ci prendono in giro, sono tutti uguali"