In principio ci fu Napoli, come rivendicato con orgoglio dal Sindaco Luigi De Magistris, seguita giorni fa da Torino e ora da altre due amministrazioni.
Le anagrafi d’Italia si stanno finalmente aprendo anche ai figli delle coppie LGBT senza attendere l’eventuale intervento del tribunale, andando così a coprire quelle mancanze legislative figlie delle unioni civili al ribasso conquistate a fatica nel 2016.
I tecnici del Comune di Roma hanno infatti per la prima volta effettuato una trascrizione completa e spontanea, ovvero senza l’intervento di un giudice, di una bimba nata in Canada riconoscendone subito i due papà, come riportato da LaRepubblica. Ad annunciare l’evento sui social il legale che ha seguito il caso, Alexander Schuster.
Ma non è tutto. Altri due gemelli, figli di una coppia di padri omosessuali, sono stati registrati all’anagrafe di Gabicce Mare, Comune delle Marche con 5000 abitanti. I genitori, rispettivamente di 57 e 34 anni, sono italiani e si sono uniti civilmente, mentre i gemelli hanno la cittadinanza Usa. “Non si tratta solo del riconoscimento di diritti civili – sottolinea il sindaco Domenico Pascuzzi a LaRepubblica – ma di un’azione di civiltà. Si parla della vita di due bambini e di una nuova famiglia che si è formata. La nostra epoca ci vede impegnati in battaglie per il riconoscimento dei diritti, quindi non possiamo esitare di fronte ad una svolta epocale come il riconoscimento legittimo di figli nati da famiglie omogenitoriali”. “Ora che insieme a Torino anche Gabicce Mare ha acceso i fari su questo nuovo assetto di famiglia, ci si aspetta che la legge affronti il tema con urgenza con i dovuti adeguamenti normativi“.
Plausi sono arrivati da Marco Tonti, Presidente Arcigay Rimini “Alan Turing”, ed Elvio Ciccardini, Presidente Arcigay Pesaro “Agorà”.
“Non possiamo che esprimere grande sodisfazione per questo atto, a riprova del fatto che si sta sgretolando il muro di ghiaccio di chi contrasta la serenità delle famiglie omogenitoriali. Le parole del sindaco Pascuzzi sono molto apprezzabili perché indicano profonda convinzione e consapevolezza in questo gesto, e sono parole che aggiungono dignità umana a un atto formale parlando di “atto di civiltà” e di “una nuova famiglia che si è formata”. Ci auguriamo che questa consapevolezza filtri nel cuore degli altri sindaci italiani, e siamo fieri che questo gesto di apertura sia avvenuto nel territorio di una riviera che conferma l’apertura culturale e umana che ci ha resi famosi nel mondo. Questi riconoscimenti devono avvenire dai comuni più importanti come quello di Torino fino a quelli più piccoli, proprio come è successo per le unioni civili dove si vedeva speso tutto il paese partecipare alla cerimonia. La piena cittadinanza e dignità di figlie e figlie delle famiglie omogenitoriali deve essere garantita ovunque“.
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