ROMA – Rapina, delitto a sfondo omosessuale, regolamento di conti: sono le piste principali seguite dalla squadra mobile per spiegare il movente dell’ omicidio di Enzo Salvatore Romano, 57 anni, fonico del teatro dell’Opera in pensione e poi capo claque per passione nella medesima struttura, trovato ieri sera nella sua abitazione al Prenestino con la testa sfondata e incaprettato.
Quel che e’ certo e’ che l’uomo, separato da due anni e mezzo dalla moglie dopo 30 anni di matrimonio e con due figli, secondo le indagini condotte dagli agenti della V sezione della squadra Mobile di Roma diretta da Massimiliano Di Bernardino, conosceva chi l’ha ucciso tra mezzanotte e mezzanotte e mezza tra sabato e domenica scorsa. Nella sua abitazione, in via Giovanni Brancaleone 104, gli investigatori hanno trovato nel lavandino piatti sporchi, come se prima di esser ucciso l’uomo avesse cenato con una piu’ persone.
Saranno i rilievi della scientifica, anche sulle numerose impronte lasciate nell’appartamento, a chiarire se Enzo Salvatore Romano e’ stato ucciso da una o piu’ persone. A provocare la morte con ogni probabilita’ sono stati i colpi alla testa sferrati con alcune bottiglie di liquore trovate in frantumi vicino al cadavere. Ma sara’ l’autopsia eseguita forse gia’ domani a chiarire le cause. L’uomo e’ stato trovato nel piccolo salotto di casa in terra, in un lago di sangue e non si e’ difeso. Ma nell’appartamento non ci sono segni che lascino pensare ad un furto, perche’ tutto era in ordine, anche se non e’ chiaro ancora se avesse in casa del denaro.
Nella notte gli agenti della mobile hanno ascoltato tutti i vicini di casa e i parenti, ex moglie e figli compresi. Ora si sta cercando di scavare piu’ in profondita’ nella vita e nelle frequentazioni di Romano.
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