ROMA – Ottimo riscontro di pubblico per l’assegnazione dei titoli di Mr Gay e Ms Lesbica 2006 tenutasi al Coming Out, vicino al Colosseo. Oltre 4.000 persone sono intervenute per vedere e applaudire i vincitori, scelti alla giuria tra i 30 concorrenti uomini e le 15 donne. Per la sezione lesbo la targa è andata a Veronica Vernillo, studentessa 19enne di Monterotondo Roma che già era stata eletta Miss Monterotondo lo scorso anno. Veronica è in una coppia di fatto con la propria compagna da 2 anni e ha voluto dedicare questa sua vittoria alla madre, «che mi ha sempre sostenuto anche quando ho deciso di convivere con Francesca, e sarà con lei che farò il viaggio che ho vinto stasera.» Per la sezione gay premiato il 22enne Daniele Barboni di Roma Largo Preneste che nella vita lavora in un centro commerciale. Daniele ha detto di aver voluto partecipare «per vincere la mia timidezza e dare l’esempio a molti ragazzi che come me qualche anno fa si nascondevano soffrendo e non vivendo la propria vita.» Più che vanità dunque voglia di visibilità. Menzione doverosa anche per i secondi classificati: Tatiana Montecchi, 29enne di Ostia, mosaicista e cameriera in un fast food, e Antonio Di Marco, 26enne di Roma Tiburtina, ragazzo sordomuto che lavora proprio come Educatore per non udenti.
Soddisfatto Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma nonché della giuria del concorso, che ha anche spiegato che la sfilata si è tenuta all’interno del locale per via dei lavori al manto stradale: «Dall’inizio di settembre l’ultimo tratto di via di San Giovanni in Laterano è stata pedonalizzata per rendere più vivibile e più bello uno dei luoghi a cui la comunità lesbica e gay è maggiormente affezionata, che si spera diventerà la futura Gay Street di Roma. Il concorso – aggiunge Marrazzo – ha visto la partecipazione di molte persone, oltre 4.000 persone si sono riversate sulla strada per aspettare l’uscita dei vincitori, che sono stati incoronati sullo sfondo del Colosseo. Ringrazio tutti i ragazzi e le ragazze che hanno deciso di partecipare ed essere visibili per superare le discriminazioni, purtroppo non tutti possono essere visibili, perché ancora oggi la scelta di visibilità comporta forti discriminazioni, come essere cacciati di casa, denigrati a scuola o licenziati sul posto di lavoro ed per i gay disabili è ancora più difficile, perciò ringrazio particolarmente i due ragazzi sordomuti che hanno deciso di partecipare.» (RT)
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