MILANO – E’ negli Stati Uniti che avvengono maggiormente delitti contro transessuali, anche se ogni altro Stato, abbandonando cultura, rispetto e dignità non crea maggiori tutele verso queste persone, destinandole spesso al mattatoio della morte vile. Nasce come denuncia e ricordo il “Day of Remembrance“, il giorno per commemorare le vittime transgender e transessuali, condotte alla polvere per mano assassina.
Quel maschile e femminile presente in un corpo alla ricerca della propria identità, ingozza di piaceri i tanti maschi che a sera, lasciando mogli e fidanzate, cercano una loro libertà sessuale, e a volte spaventati di trovarsi essi stessi “diversi”, vomitano nel sangue la loro ferocia. Ediviana Lopez da Cruez, 32 anni, uccisa a Passirano (Bs) con quattro coltellate; Marzia De Melo Rosa, 26 anni, uccisa con un colpo di pistola a Torre Del Lago e lasciata agonizzante vicino al capanno di pescatori; Alexandra, 30 anni, travolta volontariamente con una macchina a Roma. Sono solo alcuni dei 38 omicidi avvenuti quest’anno contro i transessuali e transgender. L’ultimo riguarda Carlos Alberto Veloso, trovato dalla squadra mobile di Milano con il cranio fracassato per mano di due rumeni impossessatisi di dvd e una play station.
E’ la disperazione, l’appropriarsi di beni materiali che conducono questi esseri umani a macchiare di sangue le proprie mani e coscienze? O si è piuttosto in quel territorio sconosciuto dove la vera causa torna ad essere l’omofobia e il rifiuto totale verso ogni diversità? Non sono ammazzamenti “semplici” ma la dissacrazione del corpo spesso è feroce, continuata, una perenne emulazione di tante morti pasoliniane.
«Vi è un’accelerazione di questi delitti, anche in Italia, e spesso non riusciamo a sapere neppure i nomi delle nostre compagne assassinate – spiega Mirella Izzo, presidente dell’Associazione Crisalide AzioneTrans – Uomini e soggetti violenti si sentono maggiormente autorizzati ad uccidere quando in un’unica persona si sommano tutta una serie di debolezze giuridiche. Si è deboli se si è transessuali, lo si è ancor più se ci si prostituisce non avendo altri modi per sopravvivere e si raggiunge il massimo se si è extracomunitarie e senza permesso di soggiorno. Se pensiamo che queste tre componenti discriminatorie sarebbero risolvibili ci si domanda quanto criminale sia una società che consente a queste persone il facile accesso alla brutalità e all’odio». L’Associazione Crisalide AzioneTrans, nata agli inizi del 2000, è promotrice in Italia della Giornata dedicata alle vittime transessuali, ed ha anche un proprio sito www.crisalide-azionetrans.it (che verrà oscurato il 20 novembre, inieme ad altri per lutto), per comunicare e rendere pubbliche tutte le iniziative.
Neppure la stampa nazionale resta esente da giudizi pressappochisti ed errati quando si parla di morte violenta che ci riguarda da vicino. Basti pensare al recente caso che ha visto Il Corriere della Sera da una parte e le associazioni Glbtt e Centro Studi teologici di Milano dall’altra. Nel dare notizia della morte del transgender Carlos Alberto Veloso, nelle pagine milanesi si dava notizia di “omicidio maturato nello squallido mondo gay”. Dura ed immediata la replica di Arcigay e di Giovanni Felice Mapelli che solertemente invita il legale del Centro Studi Teologi a scrivere una lettera di protesta e diffida al direttore Stefano Folli e al caporedattore di Milano Giangiacomo Schiavi. «Se la stampa è lo specchio del Paese – scrive Mapelli – possiamo domandarci in quale Paese noi siamo costretti a vivere?». Arcigay e il professor Mapelli chiedono le scuse pubbliche soddisfacenti o si andrà per vie giudiziarie.
«Vorrei rassicurare tutti: non c’è nessun linciaggio, e l’apertura mia e del Corriere nei confronti della comunità gay rimane come sempre rispettosa dei diritti e delle diversità. Per l’errore, mi scuso personalmente» precisa il dottor Schiavi. «I giornalisti – conclude il presidente dell’Arcigay Sergio Lo Giudice – devono smetterla con queste iniquità contro milioni di persone Glbtt. D’ora in poi seguiremo l’esempio del professor Mapelli. Noi parteciperemo alla giornata del “Day of Remembrance” per dare non solamente la nostra testimonianza di fronte a questi massacri spesso irrisolti, ma per affermare che le libertà delle transessuali ci appartengono, fanno parte di noi stessi».
Alla giornata del 20 novembre, in ricordo di tutti i transessuali e transgender uccisi nel mondo per odio e pregiudizio, con manifestazioni in alcune città italiane, hanno dato la loro adesione il MIT di Bologna, l’AIT di Firenze, P.A. IREOS, la CGIL – Settore Nuovi Diritti Nazionale, il Comitato Toscana Pride 2004 e ArciGay. Partecipare significa difendere le proprie libertà, senza aspettare che qualcuno ce le tolga.
Manifestazioni per il 5° Anniversario del “Day of Remembrance”
Genova:
ore 21.00 presso il Teatrino della Comunità di S. Benedetto al Porto, via Mura Zingari, 12 A/R; evento “Candle light” con lettura dei nomi delle vittime e proiezione del film “Boys Don’t Cry”. Seguirà dibattito. Probabile la presenza di Don Gallo, responsabile della Comunità. Infoline: 339.6845584.
Firenze:
ore 18.30, via Lombardia 1/P c/o Centro sociale “Il Pozzo”, veglia di commemorazione e celebrazione eucaristica celebrata da don Santoro in collaborazione con la comunità cristiana di base “Le Piagge”. Alla veglia parteciperà Regina, nella duplice veste di rappresentante toscana del Movimento d’Identità Transessuale e presidente del Comitato Toscana Pride 2004, nato con lo scopo di promuovere la manifestazione dell’orgoglio Glbtt in Toscana il prossimo anno.
Milano:
ore 21.00, presso il C.I.G. Arcigay Milano, via Bezzecca, 3, veglia e candle light con lettura dei nomi delle vittime – breve dibattito – Infoline: 349.2528932
Bologna:
ore 18.00, presso la sede del MIT in via Polese, 15 – candle light.
di Mario Cirrito
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