Poco più di un mese fa Paolo Truzzu, ex Sentinella in Piedi neo eletto sindaco di Cagliari, si esponeva a sorpresa al fianco del Sardegna Pride, che a pochi giorni dalla manifestazione si era visto arrivare una richiesta di 7.540 € da parte della Polizia Municipale, al fine di coprire i costi sulla sicurezza. “Mi impegnerò a trovare un’equa soluzione, nel rispetto delle esigenze di tutti“, disse Truzzu, se non fosse che negli ultimi giorni lo stesso Comune di Cagliari, attraverso la sua avvocatura e per delega dello stesso Sindaco, abbia presentato al TAR una memoria difensiva in cui richiede che il ricorso presentato dagli organizzatori del Pride (che avevano ottenuto una sospensione del provvedimento) sia rigettato perché infondato.
In questo contesto e sulla base di tali chiarimenti deve osservarsi che, nel caso di specie, l’evento “Sardegna Pride 2019” non è stato promosso da partiti o da movimenti politici e sindacali né il Comune ha attestato l’interesse pubblico della manifestazione. Avere ricevuto il Patrocinio del Comune non può costituire elemento sufficiente ai fini dell’esonero.
Polemica, e doverosa, la replica degli organizzatori: “Sembra che il Sardegna Pride (e così, di conseguenza, moltissime altre iniziative politiche, senza fine di lucro e di evidente valore pubblico, pur non organizzate da istituzioni, partiti o da movimenti politici e sindacali), dovrà quindi prevedere questo genere di costi, limitandone la realizzazione – e di conseguenza il diritto alla libertà di manifestazione, che la nostra Costituzione sancisce accanto a tutti gli altri diritti fondamentali delle cittadine e dei cittadini italiani – solo a quelle realtà che potranno affrontare le spese richieste”.
Ci preoccupa il fatto che il Sindaco abbia inizialmente sposato la causa della libertà di manifestazione, riconoscendo l’interesse pubblico di una manifestazione politica come il Sardegna Pride (che per altro ha visto il coinvolgimento di una moltitudine di altre associazioni in tutta l’isola e la mobilitazione di decine di migliaia di persone scese in piazza il 6 luglio) ma, successivamente, per distrazione o per mutata opinione (e nonostante un riferimento alla sua “nota di indirizzo”), abbia ritenuto di difendere quella richiesta di 7.540 € per la sua realizzazione, disconoscendone nei fatti il valore politico. Confidiamo, a questo punto, sul giudizio definitivo del TAR, sicure e sicuri che accoglierà le nostre ragioni, sconfessando la memoria difensiva dell’amministrazione comunale.
Da parte di Truzzu, che ha già sconfessato quanto detto a metà giugno, nessuna replica.
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