Dalla BBC una storia scioccante, di disagio e vergogna. John è un ragazzo che viva in una piccola cittadina dell’Irlanda del Nord. Siamo negli anni ’50, l’omosessualità era considerata una malattia, e gli omosessuali persone da cui stare lontani. Figurarsi in un piccolo villaggio irlandese. A 15 anni, John realizza di provare attrazione per i maschi. Non può accettarlo, poiché di fede cristiana soprattutto appartenente alla chiesa presbiteriana, una delle più dure nei confronti dell’omosessualità.
Per diventare etero, John va dal suo medico, che seppur scettico gli consiglia una visita all’ospedale più vicino. Il tempo passa, ma John vive continuamente una situazione di disagio, a causa dell’educazione impartita dalla famiglia. Non si accetta, e quando si convince di essere gay, rimane totalmente scioccato. Ma con trascorrere degli anni, John cresce e inizia a frequentare la Queen’s University Belfast. Sono gli anni ’60. Le cose vanno di male in peggio.
Scosse elettriche per guarire dall’omosessualità
John continua a non accettare il suo orientamento sessuale. All’università viene inviato al Dipartimento di Salute Mentale, dove stavano studiando un modo per “guarire dall’omosessualità”. Nonostante si trattasse di scosse elettriche, John accetta. Vuole guarire, ad ogni costo.
Gli vengono collegati degli elettrodi ai piedi, e gli vengono mostrate delle foto di uomini nudi. Quando preme un pulsante per confermare un eccitamento, parte la scossa. L’intento era quello di collegare un apprezzamento verso le persone dello stesso sesso a una cosa spiacevole e negativa, come appunto una scossa elettrica. La “cura” consiste semplicemente in questa. Una tortura, che dava scosse elettriche ogni 15 o 30 secondi, e che smetteva solo quando confermava di non provare eccitazione per i maschi. Oltre a questo, sarebbe dovuto uscire anche con delle ragazze.
Alla fine, John stesso ha deciso di interrompere questa tortura. Oltre a lui, sono circa un migliaio le persone che sono ricorse alle scosse elettriche, nella disperata speranza di diventare eterosessuali. La comunità scientifica, nel corso degli anni, ha classificato inutile e dannosa questa pratica, che in realtà crea danni seri e permanenti nel psiche delle persone, che reprimendo il loro istinto sono costretti a una vita piena di disagi. Dagli anni ’70, la pratica è stata eliminata.
Le scuse dell’università
A anni di distanza, un portavoce dell’università ha presentato le scuse ufficiali per quanto il suo dipartimento di salute mentale alle persone usate come cavie:
Anche se non possiamo cambiare le pratiche del passato, la Queen’s University è pienamente impegnata a creare e sostenere un ambiente che valorizzi la diversità e sostenga fortemente la sua comunità LGBT+.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.