La Sicilia si prepara alla tornata delle comunali e Arcigay lancia le domande per valutare i candidati sui temi LGBT.
Con i suoi 138 comuni chiamati alle urne, la Sicilia è la regione italiana maggiormente interessata al voto di domenica 10 giugno, quando si svolgerà il primo turno delle amministrative. Tra le città che rinnovano i consigli comunali spiccano Catania, Siracusa e Ragusa.
Per questo Arcigay Catania, Arcigay Siracusa e Arcigay Ragusa hanno lanciato un questionario rivolto a tutti i candidati consiglieri comunali e candidati sindaco sulle questioni LGBTI. Dal sostegno al Pride, al monitoraggio dell’omotransfobia, alle posizioni sulle unioni civili: sono tanti i temi toccati dalle domande messe a punto dai tre circoli dell’associazione LGBTI.
Tra le altre anche la questione del turismo gay: per tutte e tre le province il settore ricettivo ha grande peso nell’economia locale e individuare iniziative specificatamente rivolte al target LGBTI potrebbe portare nuovo sviluppo all’area. Ecco il questionario.
L’iniziativa ovviamente ha sollevato anche reazioni contrarie, tra cui quella di Forza Nuova Sicilia, che ha attaccato a testa bassa il questionario, bollato come una gogna inquisitoria: “Conosciamo perfettamente l’agenda che questi signori portano avanti: dall’equiparazione delle coppie omosessuali alla famiglia tradizionale, all’indottrinamento alla diabolica teoria del gender che, tra le altre aberrazioni, nega il valore della determinazione biologica della sessualità, alle richieste di “adozione” per mezzo dell’utero in affitto”.
“Per questo ci opponiamo alla diffusione del questionario e delle concezioni innaturali e antisociali che intende veicolare. Sapremo anche – conclude il movimento neofascista – dalle risposte che molti daranno, chi potrà avere il diritto di ergersi a paladino della sola famiglia degna di essere definita tale, il cerchiobottismo in casi del genere è un atto criminale”.
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