E’ bastato il nome di una squadra di calcio, Paris Foot Gay, perché un’altra, la musulmana Cre’teil Be’bel facesse sapere di non essere disposta a disputare la partita prevista dal calendario del campionato di calcio amatoriale francese. "Siamo spiacenti – si legge in una lettera della squadra islamica indirizzata agli avversari gay -, ma a causa del vostro nome e in conformità ai principi della nostra squadra, composta da giocatori musulmani, non possiamo giocare contro di voi. I nostri princìpi sono molto più importanti di una partita di calcio. Ribadiamo le nostre scuse per avervi avvertito in ritardo".
Certo una lettera spiazzante e una motivazione che poco sembra avere a che fare con lo sport.
E il Paris Foot Gay non ha tardato a rispondere alla lettera. "Questa squadra si è semplicemente rifiutata di giocare contro degli omosessuali – scrivono i giocatori -. Ricordiamo che il Paris Foot Gay è un club aperto a tutti, etero e omosessuali, orgogliosi di lottare insieme contro i pregiudizi e le discriminazioni."
Continua, la lettera di risposta, precisando che nella formazione dei Paris Foot Gay c’è spazio per tutti, eterosessauli e omosessuali, e per tutte le confessioni religiose, etnie e diversità di ogni genere.
"E’ sintomatico – commentano i calciatori – che la semplice menzione della parola ‘Gay’ nel calcio ispira il disprezzo o la paura del confronto con gli altri".
Intanto, l’associazione che organizza il campionato, la Commission Football Loisirs, si è detta stupita per il comportamento della squadra musulmana che è stata convocata per dare spiegazioni. Contro il Cre’teil Be’bel potrebbero arrivare sanzioni.
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