Il gay pride di Taiwan ha visto sfilare per la capitale Taipei 130.000 persone.
La tradizionale sfilata ha invaso le vie della città, come ogni anno. Ma la parata del 27 ottobre 2018 ha un significato particolare, in vista del referendum sul matrimonio egualitario che si terra’ il 24 novembre, insieme alle elezioni politiche. La decisione di indire un referendum sulla legalizzazione del matrimonio anche tra le coppie dello stesso sesso e’ arrivata dopo una sentenza della Corte Costituzionale, nel 2017. Una scena gia’ vista in molti altri Paesi, che ha portato appunto alla legalizzazione del matrimonio anche per le coppie gay.
Proprio in vista del referendum (al quale manca meno di un mese), il gay pride di Taipei e’ stato un evento importante, a cui ha guardato con interesse anche la Cina. O meglio, gli attivista LGBT+ cinesi, che da sempre vedono Taiwan come un luogo perfetto dove due persone gay hanno la possibilità di unirsi civilmente ed essere riconosciuti come coppia ufficiale.
Dal 2017, il governo non ha fatto progressi
Nonostante la sentenza della Corte, il governo di Taiwan non si e’ mai occupato della questione. Per questo motivo, a un anno di distanza, la comunità LGBT+ di Taiwan non ha ancora visto il riconoscimento dei diritti. Il referendum di fine novembre sara’ quindi un passo decisivo, per dare la spinta giusta al governo.
Taiwan e’ considerato il Paese dell’Asia Orientale piu’ aperto nei confronti dei diritti per le persone LGBT+. Gia’ nel 2003 si parlava della legalizzazione del matrimonio egualitario, ma la votazione non ha mai avuto luogo a causa delle barricate delle opposizioni. Anche le coppie dello stesso sesso sono riconosciute, ma non godono di alcuna tutela legale come avviene con le famiglie eterosessuali. Infine, e’ vigente dal 2003 una legge contro l’omofobia e la discriminazione per orientamento sessuale. Quella del 27 ottobre e’ stata la piu’ grande sfilata mai avvenuta: nel 2009, al gay pride parteciparono 25.000 persone, nel 2012 furono invece 65.000. A 6 anni di distanza, il record e’ stato doppiato, con 130.000 persone.
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I referendum del genere sono dittatura della maggioranza. Non ha senso che la maggioranza scelga il destino della minoranza, nemmeno quando sceglie il bene. E che cazzo.