In attesa delle testimonianze più o meno attendibili – che usciranno, c’è da starne certi – sulla vita privata di Tiziano Ferro, le vicende personali di cui siamo a conoscenza possono essere rilette alla luce del coming out. Se oggi Ferro è un cantante affermato e di successo, la sua adolescenza non è stata infatti delle più felici, come lui stesso ha raccontato più volte. Ad iniziare dall’esperienza adolescenziale con la bulimia contro la quale ha dovuto combattere per anni e che portò il suo fisico a pesare ben 111 chili, segno che il disagio prevalse sulla serenità tipica di quell’età, e oggi sappiamo il perché.
Possiamo infatti pensare che Tiziano Ferro, già da piccolo abbia preso coscienza del suo orientamento sessuale, se non altro, per un indizio che siamo riusciti a scovare e che ha a che fare col mondo dei manga. Cosa c’entra Tiziano Ferro con i manga? Andiamo con ordine: correva l’anno 1993 e i fumetti giapponesi avevano circolavano nel nostro paese da pochissimo tempo, tant’è che le pubblicazioni di questo tipo si contavano sulle dita delle mani.
Mangazine, Una delle prime riviste italiane dedicate ai fumetti giapponesi, dedicò in quell’anno un articolo al genere erotico accennando di sfuggita (e per la primissima volta) al mondo dei manga a tema gay per ragazze (i cosiddetti Boys Love) e al loro capostipite Kaze no ki no uta di Keiko Takemiya (da cui è stato tratto anche un cartone arrivato in Italia qualche anno dopo, come Il Poema del Vento e degli Alberi). Si accennava brevemente alla trama: la tragica storia di due adolescenti che scoprivano l’amore in un collegio francese del secolo scorso con anche qualche immagine a corredo.
In un periodo in cui non solo di manga gay, ma di omosessualità in generale, praticamente non si parlava e in cui internet era ancora molto in là da venire, l’idea che esistesse un fumetto del genere era sicuramente una scoperta straordinaria per tutti i lettori gay di Mangazine, e in particolare per quelli più giovani che non avevano alcun riferimento mediatico in cui identificarsi.
Fatto sta che qualche mese dopo, sul numero 30 della rivista (siamo a dicembre del 1993), nella sezione Cerco/Offro compariva un annuncio che sembrava tanto una specie di richiesta d’aiuto: "Cerco disperatamente qualsiasi cosa su Kaze no ki no uta. Pago.", firmato Tiziano Ferro. Coincidenza? Non proprio, visto che il recapito di questo ragazzino era lo stesso dove abita ancora la famiglia del cantante.
All’epoca Tiziano Ferro aveva tredici anni, e probabilmente – come tanti tredicenni gay – stava cercando disperatamente riferimenti più precisi su quello che sentiva di essere, un compito relativamente semplice oggi grazie ai social network, ai forum e alla facilità degli spostamenti. Lungi dall’essere ancora un coming out, quella richiesta d’aiuto ha segnato l’inizio di un lungo e difficile percorso di autoaccettazione che, fortunatamente, è culminato nel coming out di oggi (e che sicuramente sarà di grande aiuto per tanti adolescenti gay in difficoltà).
Forse questa piccola scoperta potrà deludere le persone affamate di dettagli morbosi ma sicuramente contribuisce a dare ulteriore valore al coming out di un cantante che capisce bene i problemi a cui vanno incontro gli adolescenti che si scoprono gay. A proposito: Tiziano Ferro ha fatto coming out, ma il fumetto Kaze no ki no uta – a distanza di diciassette anni – non ha ancora avuto un’edizione italiana. Anche questo dovrebbe offrire qualche spunto di riflessione.
di Valeriano Elfodiluce
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.