Torturato per anni dal padre, un missionario Battista, da quando decise di fare il coming out a soli 12 anni. È l’incubo subìto da Samuel Brinton, uno studente alla universitario che oggi ha trovato il coraggio di raccontare. Tutto iniziò quando il piccolo Samuel confessò al padre di trovarsi più a suo agio con il suo migliore amico anziché guardando i numeri di Playboy come gli amici.
Il padre non solo gli disse che aveva l’Aids ma anche che il governo stava sopprimendo tutti i bambini gay. Infine, per tentare di "convertirlo" usò le tecniche più efferate: picchiato, bruciato con le scariche elettriche mentre fu costretto a guardare film porno gay, obbligato a tenere in mano il ghiaccio mentre guardava immagini di intimità fra uomini. Finì anche ricoverato in ospedale per sei volte a causa di queste torture.
Dopo aver mentito dicendo di essere tornato etero, prima di andare al college disse di nuovo la verità al padre: che non era affatto "guarito". Furono di nuovo botte per Simon che questa volta però ricevette anche la minaccia di non tornare mai più in casa e di non avvicinarsi mai più alla famiglia. La storia, emersa nel 2010, ha oggi un bel finale. Il padre ha infatti deciso di riammettere Simon in casa e lui di perdonare le torture subìte.
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