Gli attivisti per i diritti delle persone transgender ce l’hanno fatta: la transessualità esce dai disturbi mentali riconosciuti.
Giornata storica per l’inclusione e i diritti della comunità LGBTI: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stralciato la disforia di genere dalle patologie mentali, inserendo la condizione transgender tra i fattori relativi alla salute sessuale.
L’annuncio è arrivato in occasione della presentazione dell’ICD-11, la nuova versione del manuale di classificazione delle malattie. “È ormai chiaro – hanno affermato dall’Oms – che non si tratta di una malattia mentale e classificarla come tale può causare una enorme stigmatizzazione per le persone”.
Se da un lato con questa decisione si pone fine alla legittimità di patologizzare la transessualità, la menzione con il nome di “incongruenza di genere” all’interno delle condizioni afferenti alla salute sessuale dell’ICD-11, consente di garantire l’accesso agli adeguati trattamenti sanitari collegati.
Gli stati membri dell’Oms, ben 194 sui 196 riconosciuti generalmente in tutto il mondo, adotteranno l’ICD-11 nell’assemblea dell’Oms prevista per maggio 2019 e facendolo diventare effettivo nel 2022.
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