Era andato ad una festa organizzata da Arcigay, Breno Menini, lo scorso sabato in un bar di Trento. E tutto poteva immaginare trannche di essere aggredito proprio durante la festa e per di più dal gestore del locale.
Breno ha raccontato a "L’Adige" di nona vere fatto nulla di sbagliato.
«A quella festa sono arrivato con una mia amica tedesca e con un amico iraniano. Abbiamo ballato in pista – spiega Breno, 26 anni, laureando in Beni culturali – lì ho conosciuto un ragazzo trentino. Dovevo andare in bagno, lui mi ha seguito ma non ho visto nulla di male in ciò. Dopo qualche minuto qualcuno ha bussato con forza alla porta della toilette. Il ragazzo ha aperto ed è uscito. Non ho fatto in tempo a superare la porta: il titolare del bar mi ha spinto contro la parete e colpito con calci e pugni. Non mi rendevo conto di cosa stesse accadendo. Sono riuscito a scappare e a chiamare i carabinieri. La pattuglia è arrivata subito e ha sentito sia il mio racconto che la versione dei fatti del gestore del bar. I miei amici mi hanno accompagnato al pronto soccorso, dove sono stato medicato per contusioni. Ho avuto quattro-cinque giorni di prognosi. Il martedì successivo sono andato dai carabinieri e ho presentato denuncia per quella che considero un’aggressione omofoba».
Parlare di aggressione omofoba durante una festa organizzata da Arcigay il cui autore sarebbe, per di più, il titolare del dlocale, persona perfettamente informata su quale sarebbe stata la clientela di quella particolare serata, può sembrare un’esagerazione. Ma Breno insiste. Secondo lui a spingere quell’uomo a raggiungerlo in bagno e aggredirlo sarebbe un pregiudizio diffuso sull’omosessualità. «Per molte persone la parola gay è sinonimo di perversione, di qualcosa di "poco pulito". Due maschi che entrano nel bagno assieme, secondo questa forma di pregiudizio, fanno cose da pervertiti. Non è così. Non ho fatto niente di sbagliato in quel bagno. Credo che il titolare del bar abbia pensato male, il mio atteggiamento è stato frainteso. Ma non doveva mettermi le mani addosso. Se gli ha dato fastidio che io sia entrato in bagno con un altro uomo, poteva dirmi di uscire dal locale e di non farmi più vedere».
A Breno non è arrivata la solidarietà di Arcigay. Stando a quanto ha dichiarato il ragazzo a L’Adige, l’associazione non ha espresso solidarietà appellandosi al fatto che non ci sarebbero testimoni e che quindi Arcigay non può prendere posizione in merito. «La mia preoccupazione – ha concluso Breno – è che questo fatto, ed altri simili successi ad altri ragazzi, rimangano senza voce e nell’indifferenza».
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