In Molise e Calabria ancora nessuna coppia ha chiesto di essere unita civilmente. A lanciare l’allarme il sito Moliseweb, che riporta i dati di Arcigay. “In altre regioni la macchina delle unioni è già partita, ne abbiamo testimonianze quotidiane dai media: persino in Veneto, nonostante le opposizioni dei sindaci leghisti, ci sono più di 10 coppie che già hanno fatto richiesta“. Anche nel vicino Abruzzo è stato detto il primo sì: nel comune di Spoltore si sono unite due donne.
Utopico è, come sottolineato dal sito, che non vi è opposizione dalle istituzioni: il sindaco di Campobasso Antonio Battista ha dichiarato che “Qui è tutto pronto da tempo, ma non ci arrivano richieste“. L’opposizione è culturale: “la costituzione dell’Arcigay locale è recente, e le coppie esistenti sono poco informate perché non se ne parla; è un territorio chiuso in tal senso“, sottolinea la testata. Nella città sono solo venti le convivenze di fatto registrate all’Ufficio di Stato Civile.
Il motivo è forse da ricercare nella fortissima vocazione cattolica della popolazione e dei luoghi: basti pensare che è a Carovilli, provincia di Isernia, che un parroco suonò le campane a morto all’approvazione della legge (LEGGI >); l’arcivescovo di Campobasso invece, Giancarlo Maria Bregantini, ha sostenuto tenacemente il Family Day.
“I gay e le lesbiche che popolano il Molise preferiscono ancora vivere il loro amore nel retroscena e non alla ribalta. Preferiscono, magari, vivere insieme ma non farlo sapere al resto della popolazione“, chiosa in giornale. “Spero che presto, grazie al lavoro che stiamo attuando nella nostra terra, le cose cambino. Vorrei concludere lanciando un messaggio a tutte le persone che hanno difficoltà a venire fuori: non lasciatevi imprigionare mai, dalla società, dai vostri affetti, e soprattutto da voi stessi. La mancanza di libertà è il peggiore cancro esistente, e voi dovete riuscire a sconfiggerlo. Cercate, nel vostro piccolo, di emergere; noi di Arcigay Molise vi aiuteremo a vivervi felicemente”, commenta la presidente del neonato Arcigay Molise Luce Visco.
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Sentire dire che un popolo sia a forte connotazione cattolica, non dovrebbe essere una virtù precipua come le strisce sul mantello della tigre. Mi sono sempre tenuto lontano dai cosiddetti credenti (in che?), perché li ho sempre ritenuti infidi e vigliacchi, oltre che inaffidabili materialmente e moralmente, ma, purtroppo per nostra disgrazia, questi minorati mentali esistono e allora a che si deve la loro condizione di basilare abissale ignoranza? Fin quando non si sarà capito che oggi non è più possibile agire e ragionare fideisticamente senza chiedersi il perché, questa misera classe di diseredati mentali sarà sempre soggetta alla perniciosa, esecrabile e criminale cultura cristiano-cattolica, perché non possedendo risorse mentali sono facilmente suggestionabili e agiscono come pecore menate al pascolo dal pastore di turno, chiunque sia il religioso-criminale che lo personifica.
Vorrà dire che li aggiungerò alla LISTA NERA di luoghi OMOFOBI dove non andare mai più. MAI PIU' MOLISE. MAI PIU' CALABRIA.