Poco più di un anno fa vi abbiamo parlato di Valentino, ragazzo cacciato di casa dalla famiglia perché omosessuale. All’epoca il giovane venuezelano venne accolto dall’associazione iKen, a Napoli, che l’ha aiutato a rialzarsi, a trovare un lavoro, degli amici, una casa, un presente e soprattutto un futuro.
Lo stesso Valentino, intervistato da FanPage, ha ricordato quanto avvenuto.
La mia storia è cominciata il 23 dicembre 2018. Mi cacciarono di casa perché omosessuale. Ho cercato su Internet, ho trovato un’associazione a Napoli. Avevo l’apparecchio acustico rotto, era vecchio, non c’era possibilità di ripararlo.
“Valentino era magro, non dormiva e non mangiava”, ha ricordato Carlo Cremona, presidente dell’associazione iKen, che ha aiutato Valentino anche a ritrovare l’udito. “Era quasi completamente sordo, perché aveva un apparecchio che funzionava solo al 30%, emetteva un sibilo fortissimo che lui non percepica. Ma per chiunque fosse con lui nella sua stessa stanza, era insopportabile“. “Da dicembre a marzo, per lui sono stati 3 mesi di silenzi, ci siamo impegnati tanto. La prima cosa che mi disse, una volta istallati gli apparecchi acustici, fu ‘finalmente sento la tua voce’. Lui è un cittadino straniero, un rifugiato, mi auguro che la tempistica per la cittadinanza sia più veloce, perchè questo darebbe a lui la possibilità di accedere anche alla pensione di disabilità“.
Valentino non si è comunque abbattuto, diventando pizzaiolo dopo un corso di studio a “Verace Pizza”, e ora ambisce ad esaudire il suo vero sogno: “Finalmente sono un pizzaiolo. Il mio sogno è aprire un ristorante per persone LGBT, perché qui in Italia ancora non esistono. Perché purtroppo ci sono ristoranti che non accettano persone LGBT. Una pizzeria, essendo io pizzaiolo. Dove le persone possono venire, mangiare, baciarsi liberamente, come vogliono, essere quello che sono”.
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