Lo aveva già annunciato nel programma elettorale, precisamente a pagina 18, e così è stato: Federico Sboarina, nuovo sindaco di centrodestra a Verona, ritirerà dalle biblioteche, dalle scuole e dagli asili comunali i libri e le pubblicazioni che equiparano la famiglia tradizionale alle unioni civili omosessuali.
La notizia era forse passata un po’ inosservata. A far esplodere la bolla sono stati il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Riccardo Franco Levi e la neo presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche Rosa Maiello, che nelle scorse ore hanno scritto e diffuso una lettera dai toni infuocati: “La parola ritiro non è mai accettabile, per nessuna ragione: qualunque fosse l’opinione, la visione o l’informazione contenuta in quei libri, la nostra valutazione non cambierebbe”.
“Ci auguriamo che il sindaco di Verona riveda il suo programma. Invece del ritiro dei libri, potrà impegnarsi a fornire le risorse per arricchire le collezioni delle biblioteche, comprese quelle scolastiche”. La lettera ha raggiunto il suo scopo: è polemica a Verona contro il sindaco.
Alex Cremonesi di Arcigay Verona ha dichiarato: “Che al primo cittadino piaccia o meno, le molteplici forme dell’essere famiglia e della genitorialità, le differenze razziali e religiose, le diversità di orientamento sessuale e di genere sono un fatto, può scegliere solo se rispettarle o meno”.
Proteste anche da alcuni consiglieri comunali, come Tommaso Ferrari: “La libertà di stampa e di espressione è la linfa vitale della nostra cultura e società. I diritti civili per le coppie omosessuali non devono essere messi in discussione, neppure con approssimative manovre indirette, perché non sono in contrasto o in concorrenza con serie politiche familiari”. Dello stesso avviso Michele Bertucco: “Il sindaco è libero di pensare quello che vuole, ma con i diritti civili non si scherza. È improponibile nel 2017 pretendere di negare l’esistenza di differenti orientamenti sessuali e altrettanto improponibile pensare di vietare alla scuola di educare anche a queste differenze”.
La notizia è arrivata anche in Parlamento. Il deputato veronese del PD Diego Zardini invita editori e bibliotecari a non adeguarsi all’oscurantismo “medievale” del nuovo sindaco, mentre il portavoce alla Camera per il M5S Mattia Fantinati non usa mezzi termini: “Mentalità retrograda che ricorda gli inizi di una delle più becere dittature in cui si vietavano da subito i libri e la libertà di espressione. Le idee vetuste, folli ed anacronistiche del sindaco Sboarina non possono essere accettate”.
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Ma il portavoce alla Camera dei grillini lo sa che il suo partito stende le liste di proscrizione dei giornalisti che parlano male di loro? E lo sa che i loro militanti aggrediscono on-line con insulti chiunque non la pensi come loro, come è avvenuto in questo sito quando si è parlato adozione di step-child e qui sono emerse le contrarietà dei grillini che facevano tanto i progressisti? Da che pulpito!