Vicenza Pride, ci sarà anche la processione di riparazione

Sarà un Modena bis?

vicenza pride
2 min. di lettura

Vicenza come Modena. Sabato 15 giugno la città veneta sarà teatro di due eventi. Uno per rivendicare pari diritti e per ricordare quanto accaduto 50 anni fa in un locale di New York, l’altro per riparare il danno che il primo evento provocherebbe a un non ben definito ordine naturale e soprannaturale. Stiamo parlato del Vicenza Pride (il secondo evento) e la processione di riparazione (il primo). Entrambi saranno presenti per le vie principali della città, ma gli intenti sono molto diversi. Libertà contro oppressione. 

La processione, prevista per la mattina di sabato 15, è stata organizzata dai fedeli dell’associazione San Marco Evangelista. Tra cui si ritrovano anche alcuni già presenti alla processione riparatoria del 2017, organizzata dal comitato Beata Giovanna Scopelli per il pride di Reggio Emilia. Sabato scorso, è stato un successo (ironicamente parlando) quella organizzata a Modena. Ha infatti visto la partecipazione di ben 300 fedeli, contro 20.000 partecipanti che hanno sfilato per il pride, invadendo la città di bandiere rainbow, boa rosa e tacchi alti. 

Il comunicato per la processione contro il Vicenza Pride

L’associazione ha anche redatto un comunicato stampa in cui si giustifica la processione di riparazione. Si parla di gravità delle sfilate omosessualiste, le quali hanno assoluto bisogno di una riparazione. In realtà, i diritti da rivendicare, secondo il comunicato, sono una scusa.

Oggi la comunità fatica a comprendere la gravità delle sfilate omosessualiste e a percepire la necessità di riparazione. La propaganda Lgbti è riuscita a farle passare come ‘normali’, celandone i reali obiettivi dietro un’apparente rivendicazione di diritti.

L’emergenza vera sarebbe la GPA, la teoria gender sempre presente:

Tali (diritti, ndr) non sono la produzione di bambini tramite l’eugenetica e l’utero in affitto, la diffusione delle teorie gender nelle scuole, la distruzione della famiglia.

E non manca l’attacco alla legge contro l’omofobia:

Con la pretesa di divenire casta protetta da leggi che definiscano omofobo chiunque esprima convinzioni contrarie, e lo sanzionino con il reato di opinione secondo lo schema tipico dei regimi totalitari.

Il popolo cattolico, fedele alla Chiesa e al magistero di sempre riguardo alla condanna dell’omosessualismo tracotante, non può rimanere inerme e silente davanti allo scandalo pubblico del gay pride. 

Più che una processione, questi potrebbero studiare la storia dello Stonewall Inn, di quel che è successo. E forse, capiranno l’importanza e la vera natura dei pride. 

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Il bianco coniglio 6.6.19 - 7:29

Chiedete a quelle donne cosa ci faceva Gesù tra gli ulivi con gli apostoli Rispondere ai cattolici come fece Silvia Riveira alla polizia...è l’unica via

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