Rettifica, Iva Zanicchi, qualche giorno dopo la sua intervista a Pontifex in cui dichiarava di "pregare per i gay perché ritrovino la retta via". Le sue parole, dice la cantante e attrice, sono state "quanto meno male interpretate" e ci tiene a "ribadire il mio affetto, la mia simpatia e la mia vicinanza al mondo omosessuale".
Stando alla dichiarazione diffusa oggi, infatti, l’europarlamentare del Pdl non avrebbe mai detto di pregare per i gay né tanto meno per la loro guarigione. A tal proposito ricorda come "già nel 2009, prima del Festival di Sanremo, presi posizione duramente per controbattere a quanti sostenevano che l’omosessualità fosse una malattia". E dopo avere ricordato a tutti dei suoi tanti amici gay, di quanto ami circondarsi di persone gay, di provare "grande simpatia e affetto" per il mondo omosessuale, l’aquila di Ligonchio precisa di "non avere giudicato i Gay Pride in quanto tale, ma la scelta di alcuni di sfilare quasi nudi per le vie delle città: lo trovo inutile e per nulla aderente alla storia del movimento e alle giuste e sacrosante battaglie che porta avanti sul tema del riconoscimento di alcuni diritti civili".
Infine, Iva, dispiacendosi per l’interpretazione data alle sue parole, rinova "affetto, simpatia e vicinanza al mondo omosessuale".
Al comunicato di chiarimenti della presentatrice, risponde il presidente nazionale di Arcigay Paolo Patané.
"Arcigay prende atto delle attese precisazioni di Iva Zanicchi – si legge in una nota ufficiale -. Le precisazioni dell’europarlamentare, anche in considerazione del fatto che nel 2010 era stata insignita del Pegaso d’Oro, fugano, solo in parte, i nostri dubbi e il malcontento generato da dichiarazioni così poco accorte. Per quanto attiene ai Pride riteniamo molto deludente che l’artista abbia fatto affermazioni su eventi che notoriamente non conosce e a cui non ha mai partecipato. A Iva Zanicchi, poiché ci informa lei stessa che le sue dichiarazioni sono state travisate e deformate, va l’invito a una maggior prudenza nel rilasciare interviste facilmente strumentalizzabili a danno della dignità delle persone gay, lesbiche e transessuali".
"Siamo portati a ragionare sulla buona fede di chi poi smentisce determinate affermazioni – aggiunge Patané -, ma non crederemo più ad equivoci, e qualora episodi del genere dovessero ripetersi provvederemmo a ritirare immediatamente il premio. A tutti i personaggi pubblici va l’appello dell’Associazione ad una maggior attenzione nel rilasciare dichiarazioni che, per i loro contenuti stigmatizzanti, possono offendere omosessuali, lesbiche e transessuali e diffondere pregiudizi, omofobia e discriminazione".
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