Antonio D’Amico, storico compagno di Gianni Versace, è stato ospite di Eleonora Daniele a “Storie Italiane” su Rai 1.
Una lunga intervista, quella concessa da colui che è stato interpretato da Ricky Martin nella serie American Crime Story, in cui ricordare le ultime parole che gli disse lo stilista prima di morire sotto i colpi di pistola del folle Andrew Cunanan: “Qualunque cosa succede nella vita io e te saremo sempre insieme”.”Forse sono state le ultime parole, come se volesse darmi un messaggio…”.
“Gianni era una persona meravigliosa“, ha poi continuato un D’Amico visibilmente commosso. “Semplice, gentile, ironica, con il sorriso di un ragazzo che va sempre alla scoperta del mondo. Era un personaggio, un genio”. “Io l’ho conosciuto a uno spettacolo per vedere un balletto: non credo sia stato un colpo di fulmine. Io ero giovane, avevo 22 anni ed ero un po’ emozionato per averlo conosciuto: non avrei mai pensato che la mia vita cambiasse così. Lui è stata la persona con cui ho condiviso tutto, siamo cresciuti insieme: in qualche modo, sia a livello lavorativo che personale, era il mio maestro. Per me è stato come esser tagliato in due: morto da una parte e vivo dall’altra, però senza stampelle non stai in piedi e quindi sono caduto. C’è voluto tempo, ci ho messo molti anni a tirarmi su. Gianni non puoi dimenticarlo, non posso dimenticarlo io, né tutta la gente di questo mondo che lo conosceva”.
Perso l’amore di una vita, D’Amico ha completamente rotto con tutta la famiglia Versace, Donatella in testa, tanto da non volere neanche parlare di loro.
“Con la famiglia ho chiuso da quel giorno. Non ho più parlato con loro, la mia vita ha preso un’altra strada. Io sono tornato a fare il mio lavoro“.
D’Amico ha poi stroncato la serie firmata Ryan Murphy, uscita trionfante dagli ultimi Emmy, definendola addirittura ‘ridicola’.
“Io non l’ho vista, ho visto solo alcuni fotogrammi su internet e l’ho definita ridicola: niente appartiene alla nostra vita, niente appartiene a quello che era il nostro modo di essere e di vivere. Quando vuoi rappresentare una vera storia o vai su fatti concreti o lasci perdere: per fare una commedia ridicola, fai una parodia e non fare un prodotto che deve essere reale”.
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