Si sono concluse con 7 medaglie LGBT le Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018.
15 gli atleti dichiaratamente omosessuali che si sono presentati ai nastri di partenza, record per un’Olimpiade invernale, e ben 4 di loro arrivati a medaglia.
Eric Radford, un oro e un bronzo; Ireen Wüst, un oro e due argenti; Brittany Bowe, un bronzo; ed infine Adam Rippon, un bronzo conquistato e la palma di atleta più chiacchierato e amato dell’intera competizione. A bocca asciutta Gus Kenworthy, argento a Sochi 2014 e incapace di bissare a PyeongChang, ma lo sciatore freestyle la sua Olimpiade l’ha vinta grazie al bacio scoccato in diretta tv all’amato Matthew Wilkas.
Proprio Adam e Gus, diventati grandi amici nel corso della manifestazione, si sono concessi un’ultima intervista di coppia prima di abbandonare la Corea e tornare in patria. Ad attenderli, negli States, anche quel vicepresidente omofobo che entrambi non hanno voluto incontrare, Mike Pence.
“Sento che Mike Pence non rappresenti nulla di ciò che mi è stato insegnato“, ha ribadito Rippon. “Penso che sia importante quando ti viene data la possibilità di parlare per coloro che non hanno una voce. Prima dei Giochi mi hanno proposto una telefonata con il vicepresidente che ho deciso di non accettare … Non ho preso quella telefonata perché avevo bisogno di concentrarmi sulla competizione“.
Kenworthy ha invece riconosciuto l’importanza della sua presenza alle Olimpiadi, grazie a quell’indimenticabile bacio dato in diretta tv al futuro sposo.
“Il mio ragazzo e io ci siamo dati un bacio a fine gara e molte persone hanno reagito così, ‘abbiamo capito che sei gay, ma non abbiamo bisogno di vederlo. Non mi interessa cosa fai a porte chiuse, ma non sbattermelo in faccia‘. “Un qualcosa che vedo da tutta la vita – nei film e nelle pubblicità, in pubblico – ovunque vedi eterosessuali amarsi alla luce del sole perché è normale, ma anche noi vogliamo mostrare lo stesso tipo di affetto e non lo stiamo sbattendo in faccia a nessuno. Semplicemente esiste“.
Le Olimpiadi coreane di PyeongChang 2018 passeranno indubbiamente alla Storia come le più ‘rainbow’ di sempre, grazie anche a questi due sportivi che con forza e coraggio hanno dimostrato al mondo che si può essere gay e straordinari atleti, che si può amare a testa alta e alla luce del sole, che si può rifiutare l’omofobia. Anche quando è istituzionale.
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