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The Happy Prince: Rupert Everett è Oscar Wilde, la nostra video intervista in esclusiva

Mai tanto bravo come attore e autentica sorpresa in qualità di regista, Rupert Everett è un indimenticabile Oscar Wilde in The Happy Prince.

2 min. di lettura

Casa del Cinema affollata per l’anteprima stampa romana di The Happy Prince, esordio alla regia di Rupert Everett, qui anche sceneggiatore e protagonista negli abiti di Oscar Wilde.

Accolto da ottime critiche sia al Sundance che al Festival di Berlino, The Happy Prince uscirà nelle sale d’Italia il 12 aprile grazie a Vision Distribution. Al termine dell’affollata conferenza stampa abbiamo potuto intervistare Rupert, mai tanto bravo dal punto di vista recitativo e sorprendente al suo debutto registico, in un biopic cullato per oltre 10 anni.

Ho realizzatoo lo script 10 anni fa, ci sono voluti 10 anni per trovare i soldi. E’ stato difficilissimo. Non è semplice trovare soldi per i film, in questo momento. In particolare con questo film. L’avessi scritto 5 anni prima, quando ero più famoso, sarebbe stato più facile’, ha rivelato nel corso della conferenza e in assoluta onestà il divo britannico, inevitabilmente ritrovatisi, di riflesso, nei panni del poeta reietto in quanto omosessuale. A causa del suo coming out, avvenuto negli ann ’90, anche la carriera di Everett è andata incontro ad una brusca frenata: ‘Quando lavori in un mondo così aggressivamente eterosessuale, come quello del cinema, devi comunque trattare, negoziare, se sei gay. Prima o poi finisci con lo scontrarti contro un muro. Negli anni ’80 e ’90 non era assolutamente facile, Oscar Wilde è stato una grandissima fonte di ispirazione‘.

Profondamente legato al cattolicesimo, Wilde visse un rapporto di attrazione/repulsione nei confronti della Chiesa, perfettamente rappresentato dal regista.

Wilde ha sempre flirtato con la chiesta cattolica, aveva questa immagine, questa idea di Cristo, assai precisa. Nessuno sa perché non sia sfuggito, dopo la condanna, evitando così la prigione. Avrebbe potuto ma non l’ha fatto. Questo andare in prigione era per lui un’opportunità, come Cristo, di rinascita. L’idea che Wilde aveva di Cristo, se si legge il De Profundis, è un’immagine molto bella, la chiesa cattolica dovrebbe andarlo a leggere’.

Ambientato a fine ‘800, il film è quanto mai attuale, vista l’omofobia che ancora oggi rovina il mondo. Italia in testa: ‘La storia di un uomo che è stato distrutto solo perché omosessuale è purtroppo ancora attuale, perché puoi essere distrutto in Russia, Jamaica, in India, in Cina, ovunque, anche in Inghilterra e Italia, basti pensare a quel che dice la Lega Nord. Ed è questa la cosa ancor più grave. L’omofobia è sempre più diffusa e rischiosa, ragazzini di 17 anni che si suicidano, una città come Geova che non sostiene più il gay pride, sono atti preoccupanti, cose alle quali dobbiamo prestare attenzione. Dobbiamo continuare a vigilare e ad essere attivi’.

Con noi di Gay.it, invece, Rupert, che parla e capisce l’italiano, ha affrontato temi come omofobia e fede, comunità LGBT e ovviamente Wilde, mito di una vita finalmente, e meravigliosamente, rappresentato in sala.

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