Bergoglio e i gay: come i dalmata con Crudelia Demon

Bergoglio e i gay: come i dalmata con Crudelia Demon - bergoglio napoli dalmata - Gay.it Blog

bergoglio_napoli_dalmata1E niente, il simpatico Bergoglio non ce la fa. O almeno così sembra. Arrivato a Napoli e acclamato addirittura dalla delegazione cittadina di Arcigay, non ha avuto niente di meglio da dire, tra cose giuste e di buon senso, che «la teoria del gender è colonizzazione ideologica» provienente dall’estero. Adesso, io capisco pure che per la famigerata casalinga di Voghera e l’elettrauto di Calatafimi basta l’accento alla Diego Armando Maradona per far nascere un sorriso di fronte a certe scempiaggini, ma il dramma di quella dichiarazione è duplice e investe sia la cristianità, nella persona di uno dei suoi massimi rappresentanti, sia la comunità LGBT, che ha ritenuto fosse opportuno accodarsi all’ondata mediatica sperando di far passare chissà quale messaggio e ricevendo, come al solito e rispetto a specifici contesti, un sonoro ceffone. Ma andiamo per ordine.

Che un pontefice – guida spirituale di una religione intera e capo di stato straniero – abbia bisogno di rifugiarsi in fantomatiche teorie inventate ad arte per far passare a sentinelle e giornaliste impedite al computer i pomeriggi in piazza, ci fa temere per lo stato di salute del cattolicesimo. Almeno un tempo scomodavano Sodoma e Gomorra e l’intervento del maligno. Adesso ci si rifugia nelle elucubrazioni di un Adinolfi qualsiasi. Ci aspettiamo, per coerenza, che domani il papa se la prenda contro i pinguini maschi che covano le uova, alludendo all’omosessualizzazione forzata dell’Antartide. Sulla colonizzazione che viene da lontano, ancora, suggerirei al papa di chiedere consulenza ad Incas e Maya, forzatamente convertiti a un’altra religione. Sempre che ne trovi uno in vita.

papa_napoli2Che un’associazione LGBT decida di compiere un atto politico così delicato e di rivendicarlo a priori come un successo, mentre si sbriciola di fronte agli occhi di tutti in un clamoroso tonfo, è qualcosa che dovrebbe fare riflettere un po’ tutti e tutte sull’ordine sparso che caratterizza il nostro movimento. Per carità, non sono nessuno per dire a chicchessia dove andare e con chi parlare. Ma mi sembra un po’ come la storia di Francesca Pascale: perché portare dalla propria parte (o credere di farlo) personaggi la cui storia va in direzione opposta rispetto alle battaglie che si dice di voler combattere? Certo, si può sempre cambiare idea, ma non mi sembra che Bergoglio si sia mai speso non dico per la causa LGBT, ma almeno a favore delle singole persone, contrastando certi luoghi comuni che ancora, dentro la chiesa cattolica, sono moneta sonante nel trattamento della questione omosessuale.

E a chi dice che il papa ha pronunciato il fantomatico «chi sono io per giudicare?», andrebbe anche ricordato che le ha fatte seguire da un richiamo al catechismo, dove c’è scritto tutto quello che c’è da sapere su gay e lesbiche. Vi invito alla lettura, rimarrete sorpresi. Certo, da Napoli giustamente si difende quella scelta: «da qualche parte si deve pur cominciare il dialogo», ho letto qua e là sui social. Ma intendiamoci: aprire un dialogo con l’antagonista significa essenzialmente chpapa_napoli1e le due parti in gioco decidono di retrocedere sui propri terreni di conflittualità. Adesso, partendo dall’evidenza che sui diritti umani non si dovrebbero accettare mediazioni (mica siamo del Pd!), non mi risulta che la chiesa abbia deciso di essere meno omofoba. Non vorrei che Arcigay Napoli arretrasse su certe questioni, come omogenitorialità, matrimonio per tutti/e, lotta all’omofobia, ecc. Anche perché, sempre per tornare alla tessera data a Pascale, lunedì le associazioni incontreranno Mara Carfagna (Forza Italia) che presenterà una proposta di legge sulle unioni civili alternativa al ddl Cirinnà. E dato che ha già fatto sapere che si esclude il matrimonio, si prevede ancora più restrittiva rispetto al testo in discussione. A meno che non si mirasse a questo, quando è stata tesserata la compagna di Berlusconi.

Infine, un’ultima considerazione su quei gay stupiti e amareggiati per le parole omofobe del papa a Napoli: è un po’ come se un dalmata si sentisse offeso da Crudelia Demon. Stessa identica ingenuità. E in politica occorrerebbe un po’ più di pelo sullo stomaco. Possibilmente prima che diventi pelliccia.

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2 commenti

  1. Vivo da anni negli Stati Uniti, non ho parole per definire il livello di ignoranza dimostrato dagli stessi gay omofobi. Vi ricordo che centinaia di migliaia di bambini sono stati violentati e abusati da preti pedofili. La chiesa ha speso oltre due miliardi di dollari in tribunali di mezzo mondo per patteggiare con le famiglie delle vittime. Molti preti pedofili li hanno nascosti in Vaticano. Non mi parlate di orfanotrofi.. ovviamente siamo in Italia e l’omerta’ e la non liberta’ della stampa rispecchiano la demenza dei molti commenti che leggo… ignoranti, bigotti ed ipocriti. Mi vergogno di esserci nato in un paese come l’Italia.. peggio della Tanzania

  2. Non si può sperare che il Papa benedica ciò che per secoli la Chiesa ha definito un abominio.
    Tuttavia, da bravo politico, Papa Francesco ha perfettamente capito che la società si sta inevitabilmente evolvendo verso la accettazione delle unioni omosessuali e la loro normazione. Come già quando era cardinale, egli è quindi favorevole alla normazione delle unioni omo al fine esplicito di evitare (o almeno ritardare) l’estensione diretta del matrimonio.
    In questo, e solamente in questo, egli può essere visto come un allegato.
    Notiamo, infatti l’inconsueto (e benvenuto) silenzio della Chiesa di fronte alla proposta Cirinna’.
    Più di una “benevola” neutralità, alla Chiesa, non si può sperare di chiedere…. Il resto è solo fumo….

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