L’Isis minaccia i gay: il cortocircuito dei fondamentalisti nostrani

isis minaccia i gay: cortocircuito dei fondamentalisti di casa nostra

isis_gay_ucciso1«Qualcuno pretende di negare la realtà e piegarla ad una regola astratta, con la stessa logica dei campi di concentramento, ma questo non è possibile. Il riconoscimento della forma matrimoniale con altro nome, previsto dal ddl Cirinnà, tende a distruggere il riconoscimento e l’appoggio sociale ai legami umani, quelli che prendono in conto le differenze e il futuro, come sono i legami familiari originari. Prevalgono istinti di morte. L’Isis non è poi molto diverso».

 Queste “equilibrate” parole, che paragonano le unioni civili prima ai campi di sterminio nazisti, quindi allo stato islamico autoproclamatosi in Siria, sono di Mario Binasco, fantomatico professore di psicologia e psicopatologia dei legami familiari, della sezione italiana dell’Ecole Européenne de Psychanalyse (peccato che la scuola non esista più, come ci ricorda l’Espresso, e che il docente non possa millantare tale titolo). Una forzatura in termini di logica e anche un doppio insulto nei confronti di milioni di persone LGBT, sia perché ad oggi non hanno nessun diritto riconosciuto, in Italia, e sia perché la gay community è stata ed è tra le vittime prescelte di regimi nazi-fascisti e di fondamentalisti islamici.

Eppure, tanta sarebbe la presunta vicinanza ideologica tra comunità LGBT e Isis e l’adozione dello stesso schema di applicazione ai processi reali che, al di là dei vari casi di “lancio del gay” da questo o quel palazzo nel punto più alto della città, dai terroristi arrivano, proprio agli omosessuali, pure le minacce via Twitter, da parte del fantomatico Abu Abdullah Britani. Come già detto, è più probabile che dietro quel post in cui si minaccia l’ennesima conquista di Roma per poi lanciare altri omosessuali dalla torre di “pizza” ci sia un fanatico o un simpatizzante. La strategia comunicativa dell’Isis è molto più raffinata ed è parte integrante del clima di terrore che si vuole innescare con video, immagini e dichiarazioni varie.

isis_pisa1Tolto questo, c’è da fare un altro discorso sulla ricezione di quel messaggio e l’opposizione ad esso da parte delle nostre maestranze fondamentaliste: le stesse che, in nome di un Dio made in Italy, non sono disposte a concedere nulla alle richieste del movimento LGBT. L’ideologia di questa gente è semplice: l’islam (tutto) vuole distruggere la nostra civiltà (cristiana) in quanto tale, con tutto ciò che essa rappresenta. Agli occhi del terrorista a loro inviso, però, questa civiltà è la stessa che dà diritti alle coppie gay e lesbiche. Basterebbe solo questo a mandare in cortocircuito un certo sistema di credenze: o si è dentro quella civiltà che, pur nella sua cristianità (almeno a livello culturale), concede diritti ai gay e si prendono le distanze dallo stato islamico, o si prendono le distanze dall’evoluzione dell’occidente (sempre cristiano) e, coerentemente col proprio credo, si sposa in tutto la matrice confessionale che nega diritti a parte del popolo. Ma così facendo, e parafrasando Binasco, si creerebbe, paradossalmente, quella negazione di realtà e il suo ricondurla ad una regola astratta che poi non è molto diversa dall’Isis. Insomma, si profilano tempi bui, per sentinelle e affini. Il mondo civile si domanderà a un certo punto: ma questi da che parte stanno? Una domanda a cui solo loro possono rispondere.

isis_gay_ucciso2Ritornando invece a un risvolto più “nazionale” della questione, la presunta minaccia ai gay italiani fa parte di un attacco ormai abbastanza generalizzato contro il nostro paese nella sua globalità. Sarebbe interessante capire dove sono i custodi dell’orgoglio della nazione, a destra e a sinistra, che si indignano per le chiese bruciate (e anche giustamente) oltre confine, ma nulla hanno detto in solidarietà ad una parte della popolazione della nostra repubblica. Non si vorrebbe che questo o quel leader fossero disposti a soprassedere di fronte a certi messaggi contro la popolazione LGBT che sono, di conseguenza, un’offensiva alla nostra identità di occidentali, nonché di italiani. Perché anche in quel caso a un Salvini o a un Renzi – il primo contro l’invasione e l’altro a favore delle magnifiche sorti progressive di una patria a prova di gufo – si potrebbe chiedere, un giorno: ma voi da che parte state? E, sperando che sia solo lo scherzo di un cretino, sarebbe meglio che tale domanda non arrivasse all’indomani di qualche attentato fatto nel segno di messaggi come quello letto su Twitter. Ma confido nel fatto che i nostri governanti e i loro oppositori – non tanto perché gay-friendly ma proprio perché intrisi di patrio orgoglio – sapranno stupirci a tempo debito. Forse.

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