Je suis Krancic: quando la satira colpisce i gay

Je suis Krancic: quando la satira colpisce i gay - Vignetta Krancic modificata - Gay.it Blog

alfio-krancic“L’Europa culattona dei gay pride e delle teorie gender non sa rispondere con la dovuta forza alle minacce dell’Isis“, profetizzava a giugno, con grezzi tratti di salace satira, il vignettista irregolare di destra Alfio Krancic. Uno ruvido, Alfio, ma anche geniale e non bacchettone. Uno che sa farti incazzare, riesce a suscitare le ire con la sua matita aguzza come il suo cognome. Ma tant’è. Esule fiumano, già collaboratore de La voce della fogna, provocatoria storica pubblicazione della destra anni Settanta, da oltre vent’anni è la vignetta quotidiana de il Giornale fondato da Indro Montanelli. Su L’Indipendente come sul Secolo d’Italia, testate che ci hanno accomunati nelle nostre andature, entrambe controcorrente e fuori da ogni schema, c’è stato spazio per la mia piccola penna e per la sua matita esperta che mai ha smesso di essere ribelle.

Vignetta_KrancicOggi la vignetta coi culi e i culattoni finisce all’indice di Vanity Fair sotto gli strali, le urla, dell’attore Carlo Gabardini. E Alfio si schernisce come chi sa di averla fatta grossa ma parlando con me mi racconta due pezzi di verità, purché non suonino come una giustificazione. La vignetta è di molto precedente ai tristi fatti di Parigi e quindi, per quanto il disegno possa essere urticante (e lo è) non si può incolpare l’autore di una allusione retroattiva. I vignettisti, d’altra parte, sono pur sempre giornalisti, disegnatori di cronaca che, da che mondo è mondo, si scrive o si disegna dopo che gli avvenimenti hanno terminato il loro corso, impossibile farlo prima. A Krancic, tuttavia, non serve né interessa una difesa d’ufficio. Era fatta per provocare e mettere alla berlina i gay pride che restano “cialtronerie” secondo l’artista fiumano.

rohm-gayPiù che altro io decido di disturbarlo per annunciargli che proprio a lui – che in una recente intervista ebbe a dire che nessuno per lui avrebbe mai dichiarato “Je suis Krancic” – avrei voluto dedicare il primo post di un blog sul più importante portale d’informazione gay in Italia. Quindi lo saluto, non senza avergli ricordato prima che di culattoni per niente checche nella Storia, anche militare, d’Europa e del mondo ce ne sono stati un fracco. Dai tempi di Leonida re di Sparta con le sue mitiche falangi che hanno difeso la Grecia dall’assalto dei persiani, soldati pederasti che praticavano l’omofilia sui più giovani addirittura come valore pedagogico. Altro che fantomatica “teoria gender“, pratica piuttosto. Alfio mi dà ragione, non senza ricordarmi che in effetti pure il generale Röhm e le truppe naziste delle SA sterminati nella Notte dei lunghi coltelli a frociaggine non scherzavano. Eppure erano gente tosta.

Je-suis-charlie-feature2Come vedete fa incazzare, Krancic, ma nel suo essere ribelle e politicamente scorretto riesce a essere più obiettivo di certa stampa patinata e di moda. Per questo io glielo regalo volentieri il mio voltairriano omaggio. E spero non ci siano troppi finti estimatori della satira che a gennaio dissero di essere Charlie, pronti oggi a scandalizzarsi di fronte al paradosso contrario: una satira che ride di noi gay. E bene sia. Nell’etica del vignettista tutto ciò significa solo una cosa: che abbiamo vinto o stiamo per farlo. Non siamo più oppressi da dark room, cessi, fratte e angoli bui ma frequentatori, ospiti invitati, dei salotti buoni. Gente, magari una comunità, che finalmente conta, o almeno ha i numeri per contare. Tanto da meritarci le pernacchie dei satiri più autentici che mai hanno avuto come obiettivo i poveri perdenti. Anche per questo, oggi più che mai, credo si possa, anzi si debba dire anche “Je suis Krancic“. Che ci piaccia o (meglio) non ci piaccia la sua ironia. È la stampa, bellezze.

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1 commento

  1. Proprio in questi giorni ricorre il 115 anniversario della morte di Oscar Wilde.
    Un suo aforisma più conosciuto è stato :” non importa cosa si dica di me , l’importante e che se ne parli”. Di mio ci aggiungo “purché dalle parole non si passi ai fatti!

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