Le parole del bullo: quando la parola “gay” è un insulto

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Recchione, frocio, finocchio, culattone, checca, ciucciacazzi : queste sono solo alcune di quelle che io chiamerei le “parole del bullo“, per antonomasia.

Nonostante la società ultimamente sia molto più aperta ai diversi orientamenti sessuali, questi termini offensivi e volgari rimangono ancora troppo gettonati. Dire recchione è davvero semplice, basta giusto un po’ d’aria nei polmoni ed un minimo di attività cerebrale, ma per i gay ai quali è capitato di ricevere insulti del genere sentirsi dire recchione non è altrettanto semplice.

Quante volte ho sentito il bullo delle medie darmi del frocio? Quante volte ci è capitato di venire denigrati per la nostra sessualità? Ricevere uno spintone nei corridoi della scuola è un conto, essere umiliati e feriti nell’intimo, invece, è tutt’altra storia.

omofobiaCol tempo ho imparato a non dare alcun peso a certi termini. I miei compagni di classe li usano spesso, ed io ormai non ci faccio più neanche caso. Alcuni etero si sentono legittimati ad offenderci, a fare della squallida ironia sulle preferenze altrui, e sanno che con le offese possono ottenere di più che con le mani. Il dolore fisico è un male diverso, al quale non possiamo resistere fisicamente, ma non fa così male come le parole. Le parole, alla fine, fanno più male del dolore fisico ma, per fortuna, possiamo diventare praticamente insensibili alle parole. Non è la prima volta che vi consiglio di fregarvene degli altri, ma anche oggi mi sento in dovere di ripetervelo! Se io avessi dimostrato una qualche sensibilità alle ingiurie del mio bullo di fiducia, forse quel tizio si sarebbe sentito abbastanza forte da alzare le mani. So che il mio consiglio può sembrare poco umano e molto cinico, ma l’unica vera difesa contro il bullismo a scuola è la prevenzione: dimostratevi freddi e imperturbabili, non fatevi sconvolgere dalle parole e dalle battute, e vedrete che i bulli si annoieranno presto di darvi fastidio!

Visto però che siamo in tema, vorrei spendere due parole sul vero problema di questi termini. Non tanto sul loro utilizzo, quanto più sul loro utilizzo inappropriato! Se un omofobo o un bullo usano questi termini per offendere un gay ci può stare: in fin dei conti sono pur sempre omofobi, e se lo sono che abbiano almeno il coraggio di dimostrarlo!

Le persone veramente scandalose sono coloro che a parole (e nei fatti anche) si dipingono totalmente gay-friendly poi in spogliatoio con gli amici, in preda alla rabbia sui mezzi pubblici o al bar, intenti a farsi un bevuta, danno del frocio o del culattone a chi gay non è, solo perché nella loro visione delle cose frocio è un’offesa “leggera”, equivalente ad un fraterno “coglione”.tina-cipollari

Cari connazionali! La lingua italiana ha il grande pregio di avere una parola praticamente per tutto. Se uno è scemo gli dici “scemo”, se uno è ignorante gli dici “ignorante”, se uno è coglione gli dici “coglione”, ma il perché ad un etero si dovrebbe dare del frocio per me rimane un mistero! Come se un omofobo desse del cretino a un gay per offenderlo in quanto gay. Sì, sono comunque delle offese, ma come dire … non sarebbero molto omofobe.

Al proposito, mi piacerebbe aiutare eventuali omofobi o bulli capitati su questo pezzo (per sbaglio) facendo un pò di chiarezza.

Qui di seguito un SEMPLICE schema riassuntivo sul corretto utilizzo degli insulti.

  1. Se sei omofobo, se odi i gay, se credi che i matrimoni tra persone dello stesso sesso siano una sorta di invasione aliena e se vedi nelle famiglie omogenitoriali l’Apocalisse, i termini corretti da usare per quei gay a cui sei così tanto ostile sono i seguenti: frocio, culattone, succhia cazzi, piglia in culo, finocchio, checca, recchione, bucaiolo, rotto in culo.
  2. Se sei un omofobo ma preferisci appellativi più aulici puoi scegliere tra: bardassa, cinedo, sodomita (nel caso tu ti senta molto dantesco).
  3. Se NON sei omofobo ma hai necessità di offendere qualcuno è consigliabile optare per termini come: coglione, cretino, stupido, scemo, testa di cazzo, demente, mongolo, rimbambito, rincitrullito, rincoglionitoim-fabulous

Insomma, va bene la liberazione sessuale ma che la nostra sessualità diventi un passepartout linguistico no, dai!

Non ci meritiamo tutti questi  onori!

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1 commento

  1. Come mai nessuno utilizza la parola “pedofilo” per insultare?
    Possibile che la pedofilia sia un tabù così grande da non poter essere accettata neppure come insulto?

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