Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini

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Family Day, centinaia di migliaia di fondamentalisti cattolici e nostalgici fascisti che si riversano al Circo Massimo per gridare la loro contrarietà alla legge Cirinnà in discussione nei prossimi giorni.

In pratica, pretendono che i diritti di cui beneficiano non vengano estesi a chi ora ne è privo. Ma cosa nascondono davvero le loro istanze? Lo scopo dei fondamentalisti cattolici è la difesa dei diritti di bambini e di un modello famigliare minacciato dai gay?

Tutta la questione dei diritti che la Cirinnà riconosce si riduce non tanto alla pratica medica dell’utero in affitto, ma alla conseguenza di esso, alla possibilità di esercitare la paternità nei confronti della prole escludendo la donna da quel ruolo di moglie e madre assegnato da Dio, depauperandola di un potere sociale che in Italia è particolarmente forte.

donnafamigliaPer i cattolici reazionari che si riempiono la bocca di tante belle intenzioni non sta a cuore il vero interesse dei minori, che già sono amati e accuditi da coloro che li hanno fortemente voluti e hanno solo bisogno di una tutela formale dalla legge, e neppure della questione dello sfruttamento femminile in Asia a scopo riproduttivo. Perché non hanno mai protestato verso quel 99% di coppie eterosessuali che ricorrono alla GPA? Perché la CEI non ha mai alzato la voce verso questa pratica medica eticamente discutibile che esiste da decenni, ma di cui ci parla solo oggi riferendosi alle coppie omosessuali?

Il problema è il ruolo di potere e supremazia della donna all’interno della famiglia e l’inaccettabile figura di un maschio che prenda il suo posto. Due uomini che decidono di fare un figlio e crescerlo da soli tradiscono un modello famigliare tipicamente italiano che pone la donna al centro dell’educazione della prole, con un potere educativo e gestionale pressochè assoluto ed esclusivo.

L’idea di Costanza Miriano di sottomissione della femmina ad un ruolo che la giornalista considera predeterminato da Dio rispecchia in pieno la missione antropologica che spetta alla moglie e madre, mitizzata dalla propaganda fascista e clericale fino alla legge sul divorzio e che oggi vede una recrudescenza negli slogan isterici del comitato promotore del Family Day.
La moglie e madre partorisce, allatta, pulisce, educa il figlio e gestisce la casa. E’ la mamma nella concezione tipicamente italiana di matrona e ha un ruolo decisionale determinante delegato dal marito, il quale fino agli anni settanta figurava come pater familias, capo formale, quando nella realtà tutto era demandato all’altra metà del cielo. La Miriano parla di sottomissione, ma sarebbe più corretto chiamarla sopraffazione nei confronti del padre, relegato a mero strumento punitivo dei bambini al ritorno dal lavoro, una figura assente quando non propriamente anaffettiva.

Per la donna ultra reazionaria del Family Day è una inconcepibile offesa che due uomini le rubino il potere materno. Un vero

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - coppia gay - Gay.it Bloguomo non nutre il neonato e non cambia il pannolino, al massimo lo fa giocare mezz’ora la sera al ritorno dall’ufficio, mentre la moglie lava i piatti. Pensate che oltraggio se quei maschi che pretendono di crescere un figlio da soli sono anche omosessuali,  tradiscono totalmente la loro natura di maschi alfa e non necessitano della donna neppure per accoppiarsi. Agli occhi della moglie e madre fondamentalista cessano di essere uomini padri per diventare grottesche mamme che finiranno inevitabilmente per crescere figli schizofrenici.

Tutta la propaganda cattofascista poggia sulla questione GPA e sul diritto del bambino ad avere una madre, ma non esiste alcun diritto nello scegliersi i genitori, piuttosto spaventa il padre che assume il ruolo considerato di madre. Si parla poco e raramente delle famiglie arcobaleno dove i genitori sono entrambi di sesso femminile. Due lesbiche che fanno le mamme rispondono solo ad una chiamata naturale e sono rassicuranti. Anche il ricorso al seme maschile piuttosto che ad una gravidanza altrui è considerato meno discutibile.
Il nocciolo della campagna omofobica e cattoreazionaria che culmina nella manifestazione al Circo Massimo risiete tutto nell’identità del maschio in evoluzione e nel potere femminile messo in pericolo dall’uomo-padre-omosessuale.

Da questo quadro appaiono sbiadite tutte le altre motivazioni che hanno portato i laici reazionari, con la complicità della Chiesa a indire il nuovo Family Day dopo quello di giugno. E’ chiaro che non è in pericolo il matrimonio eterosessuale, non sono minacciati i bambini di nessuno e tantomeno in Italia il cosiddetto gender vuole invadere le scuole come un’epidemia di influenza. Sono argomenti spauracchio che nascondono una minaccia a ruoli famigliari determinati che già da diversi decenni sono in evoluzione. Le donne ultracattoliche non si rassegnano al fatto che dagli anni ’70 in poi le donne che lavorano e si realizzano fuori dall’ambiente domestico sono la maggioranza, che possono anche non fare figli ed essere felici, rinunciare ad un figlio non voluto in arrivo, essere cape e comandare anche fuori dalla famiglia.

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - moglielavoro1 - Gay.it BlogPer chi afferma di essere costretta a lavorare dall’avida società contemporanea (Miriano dixit), è già durissima delegare alla scuola o ad una baby sitter la sovranità nei confronti della prole, figuariamoci considerare la possibilità che tutti quei compiti tipicamente femminili vengano svolti da un uomo e con la stessa capacità. Ne va di mezzo la società, ne va di mezzo la famiglia! In realtà, in bilico c’è solo il ruolo della moglie e madre, già evolutosi da tempo ma a cui loro non si rassegnano.

La crisi economica che vede quasi il 50% dei giovani senza lavoro e costretti a casa dei genitori ha generato un ritorno prepotente della supremazia materna in famiglia. L’abitudine tutta italiana del considerare i trentenni come bambini incapaci è stato alimentato dall’alto tasso di disoccupazione e oggi è il riflesso di script tradizionali dai quali faticosamente ci allontaniamo.

Nelle famiglie con genitori giovani tutto è diverso e il padre già svolge compiti prima demandati alla madre. E’ necessario, se la moglie lavora quanto e più del marito, ma capita ancora di constatare che quando nasce un bambino il papà scompare ed è la madre a prendere il sopravvento. Spesso avviene in nuclei fortemente conservatori e credenti, dove le attese si confondono con abitudini imparate in chiesa. La legislazione italiana che a fatica concede permessi di paternità di certo non aiuta il percorso di responsabilizzazione del neopapà e conferma un ruolo femminile esclusivo ormai antiquato.

Con questa analisi di stampo sociologico si demoliscono gli stereotipi di genere a cui quelli del Family Day sono tanto

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - donnafamiglia3 - Gay.it Blogattaccati. Le donne rivendicano la loro sottomissione (o supremazia) famigliare e gli uomini le appoggiano nella battaglia per comodità. Condividono la scelta di delegare potere educativo e gestionale per avere campo libero fuori dalla famiglia, negli ambiti lavorativi e amicali. Per loro la donna è un dolce forno che produce figli a ripetizione (i doni di Dio, certo) e quale differenza c’è tra una donna perennemente incinta che non lavora e si occupa solo della prole e della casa rispetto a una vietnamita che per ragioni economiche cede più volte il suo corpo per generare figli altrui?

La legge sulle unioni civili è un passaggio storico che segna anche l’evoluzione sociologica del modello famigliare italiano. Prende atto dei cambiamenti già avvenuti e di quelli in atto, disciplinando fattispecie famigliari che esistono da tempo e che ipocritamente chiama formazioni sociali specifiche. La legge Cirinnà è la soglia minima sotto la quale non è possibile andare pena la dignità di quelle famiglie che vuole tutelare.
Un’eventuale bocciatura sarebbe una sciagura che riporterebbe l’Italia socialmente indietro di trent’anni, proprio dove le mogli e madri del Family Day e i padri fantasmi da bar vorrebbero tornare.

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1 commento

  1. un articolo con tante, troppe parole. Tanta nebbia per porre in ombra una realtà semplice e ineludibile: per generare un essere umano servono una donna e un uomo, una femmina e un maschio.
    Se la natura e la biologia hanno regole di funzionamento e limiti conseguenti, questi non possono essere ignorati. Quando è comunque possibile farlo, come nella procreazione ‘artificiale’, gli esiti sono incerti e rischiosi. Questo accade con le eccessive emissioni di CO2, con la deforestazione, con i pesticidi, con le varie ‘terre dei fuochi’, con gli ogm e via dicendo. Tanto più e tanto peggio può accadere toccando i meccanismi della generazione umana. Stiamo scherzano col fuoco, per delirio di onnipotenza, per pura ideologia, perché vogliamo liberamente essere diversi, ma non siamo capaci di esserlo, veramente e fino in fondo. Siamo omosessuali, ma incapaci di accettarne serenamente le conseguenze oggettive.
    Qui parliamo di evidenze di base, non alziamo un polverone con blablabla di matriarcati, sottomissioni, chiese, divinità, fascismi…
    Parliamo del fatto che tutti veniamo da una madre e da un padre, che se i nostri genitori fossero stati omosessuali, in coppie omosessuali, noi non saremmo qua a dibattere, semplicemente non saremmo.
    Questa evidenza è una pietra tombale su tante inutili chiacchiere.
    Gli omosessuali, i bisessuali, gli eterosessuali, i (…)sessuali sono semplicemente persone, tutte con gli stessi diritti e doveri di cittadini e di esseri umani.
    Ma un orientamento o un altro non hanno lo stesso significato e la stessa rilevanza.
    Se mi unisco a una donna in età fertile e nei giorni giusti posso generare un figlio.
    Tutte le altre unioni sessuali sono inevitabilmente sterili. Punto.
    Il problema non è se due uomini cambiano i pannolini o meno. Il punto è che due uomini non potranno mai procreare e quindi tanto meno cambiare pannolini ai ‘propri’ figli. Due papà sono semplicemente impossibili, una menzogna. E pretendere di ‘generare’ e crescere figli in due papà o in due mamme significa educare i figli (fosse pure con cura ed ‘amore’) in un clima di falsità e di falsità rispetto alle dimensioni fondanti della identità e della psiche umana.
    Cerchiamo di essere omosessuali normali, adulti, consapevoli che non si può essere tutto e il contrario di tutto, altrimenti deliriamo e ci daranno giustamente dei deliranti.
    Smettiamola di parlarci addosso e di proclamare cazzate, altrimenti rischiamo di autoconvincerci e arriviamo a crederci.

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