L’eterna adolescenza gay

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L’eterna adolescenza è un problema di molte persone che già non sono più tanto giovani, ma che continuano a comportarsi in modo adolescenziale. Questo è vero sia che si tratti di persone omosessuali che eterosessuali. In questo articolo riporto alcune riflessioni di Joe Kort, assistente sociale e psicoterapeuta statunitense, omosessuale, che egli fa nel suo libro, molto interessante, ed utile per uomini gay, intitolato “ 10 consigli basilari per l’uomo gay”.

Kort ci fa presente che fino alla pubertà, le persone che ci educano ci obbligano a rispettare ciò che ci si aspetta da noi. Poi, durante l’adolescenza, il nostro compito diventa quello di scoprire chi siamo veramente. Questa è la ragione, dice lo psicoterapeuta, per cui è così importante fare coming-out: essere se stessi!

E’ facile comprovare che colui che continua a rimanere nell’armadio vive ancora secondo le aspettative dei propri genitori. Non si è convertito nell’uomo che deve essere. Però, anche una volta fatto coming-out, si è soliti lasciare aperti interiormente altri problemi.

In un prossimo articolo, che sarà legato a questo tratterò più specificatamente le differenze nella maturazione e nella presa di responsabilità di uomini e donne eterosessuali e omosessuali e della dipendenza al sesso.

Qui, invece, voglio occuparmi delle difficoltà relazionali che hanno gli uomini gay nell’interagire fra di loro, diverse da quelle che possono avere persone eterosessuali e dovute a cause a volte simili altre differenti.

I valori eteronormativi sono stati inculcati in tutti i bambini e adolescenti, ci ricorda giustamente Kort. Di conseguenza, i gay e le lesbiche non sanno come relazionarsi tra loro socialmente e sentimentalmente in quanto mancano di esempi positivi. Così si vedono obbligati a sviluppare in solitudine il rispetto verso gli altri. Purtroppo  i genitori eterosessuali non hanno avuto l’educazione necessaria affinché possano accettare l’orientamento sessuale del figlio e spingerlo in una direzione positiva di maturità. Le persone eterosessuali che non hanno fratelli possono contare su molti esempi positivi, per esempio stelle della tv, adulti significativi, lettura di racconti e favole…
Noi omosessuali raramente abbiamo l’opportunità di vedere un bambino gay convertirsi in un adolescente gay ed infine in un adulto gay sano.

I gay bloccati nell’eterna adolescenza hanno, secondo Kort, alcune cose in comune: credono che quando arrivino tempi difficili, qualcuno sarà pronto a salvarli. Vogliono che qualcuno continui a prendersi cura di loro come quando erano bambini. E, come i bambini, non vogliono lasciarsi alle spalle questa epoca.

Abbiamo bisogno di andare avanti ed assumerci responsabilità da adulti.

Non è un compito facile, però tutti, gay ed eterosessuali dobbiamo metterci di fronte a questo compito un giorno o l’altro.

bearSeguire il cammino più facile ci servirà solamente a creare più problemi in futuro, a noi stessi e agli altri. Dice Kort riguardo ai suoi pazienti: “ quando escono, i miei pazienti che si trovano nella fase adolescenziale, vanno solo a bar in cui la maggior parte degli uomini sono molto giovani e cercano uomini ancora più giovani. Spendono soldi per fare viaggi a luoghi come Fire Island, Provincetown o Cyo Hueso ( noi potremmo dire Torremolinos, Sitges, Mykonos, le italiane Torre del Lago e Gallipoli, ecc ); spendono male tempo e denaro alla ricerca delle più variegate e lussuose feste che si celebrano tutti i fine settimana e in cui principali protagonisti sono il sesso e le drogheSe cercano un appuntamento in privato con qualche “amico del bar”, non c’è tra loro alcuna connessione. Preferiscono le relazioni superficiali, effimere e a distanza. Nel momento in cui le cose si fanno difficili, cercano addirittura qualcuno di un altro stato, di un altro paese. Questi uomini indossano vestiti giovanili e si giudicano gli uni con gli altri solamente per i pettorali e addominali e anche perfino per la macchina che hanno nel garage.. Per allontanare il fantasma della vecchiaia, consumano droghe e alcool sia che abbiano 30, 40, come 50 anni”.

Ovviamente non approvo, come neanche Kort, l’uso delle droghe, e, però, non vi è niente di male nelle feste o godere della compagnia di uomini più giovani, ma prima o poi la festa finirà. Vi sarà un ritorno obbligatorio alla realtà, come Cenerentola alla mezzanotte. Purtroppo sono tanti, troppi, i gay che continuano montandosi la testa e a non saper rinunciare al sesso, prima tappa di sperimentazione “normale” per qualsiasi adolescente, e a ciò che era importante per loro una volta fatto coming-out. Molti continuano ad attribuire ai propri genitori e alla società, ma non a se stessi, la responsabilità di emendare gli errori. Maturare significa guardare con realismo il mondo che ci circonda e ci obbliga a comprendere ed accettare che non sempre le cose sono giuste. E’ più facile fare la vittima e lamentarsi perché non si può esercitare il controllo su un mondo che non vuole accettarci. E’ più facile continuare a cercare l’amore incondizionato che non abbiamo ricevuto dalla famiglia e evitare le relazioni a lungo termine che esigono che noi maturiamo.relazioni gay

Riguardo a ciò vorrei sottolineare che ai nostri giorni abbiamo molte opzioni per conoscere altri gay, che non siano solo bar, feste, discoteche, saune ecc.. Per esempio: “ Perché non offrirsi come volontario in una associazione gay in cui conoscere gente responsabile?”. Ci sono eventi teatrali, cinematografici, politici, seminari… perché quando ci sono questi eventi le sale sono sempre quasi vuote di giovani, ma anche di più “maturi” di età rispetto a quanti ce ne siano nelle feste?

Per chi non ha fatto ancora coming-out, la maggioranza oltretutto sposati con una donna, la spiegazione è che cercano sesso clandestino. Anche se non giustifico, d’accordo con Kort, gli incontri sessuali anonimi in parchi o parcheggi ecc, credo che questi siano tanto abbondanti perché la cultura gay è stata emarginata in tanti aspetti.

Ma senza dubbio, nello scegliere la via più facile ci si perde la ricchezza e la bellezza che ci può offrire la vita.

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4 commenti

  1. Ma che razza di gente conoscete per parlare di questi stereotipi? io conosco gay che a 16 anni lavoravano come camerieri mentre si pagavano gli studi e a 18 vivevano da soli. Altro che eterni adolescenti: erano già adulti a 18 anni o prima. Sarà che non fa notizia?

    1. Sei la classica CULA che non capisce un cazzo a parte i pompini e il cazzo in culo…qui’ si evidenzia il GIOVANILISMO del gay che anche a 50 anni vuol fare il “ciofane” indossando magliette striminzite che mettono in evidenza, ahimè, la panza al posto degli addominali scolpiti…

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