The Voice of Italy: trashcronaca della prima puntata

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Già l’inizio è stato da “cult”: una versione a 4 di “Viva la vida” dei Coldplay cantato dai Magnifici 4 che nemmeno a Radio Tirana avrebbero osato tanto.
I magnifici 4 sono per l’appunto Carrà, Cocciante, Noemi, Pelù: i giudici di “The Voice of Italy”, l’ennesimo talent show approdato in Italia dopo aver fatto sfracelli in tutto il mondo (Albania compresa).
Tutto questo baraccone si svolge in tre fasi: oggi e per le prossime due puntate ci saranno le blind audition, le selezioni dove i giudici devono giudicare “senza vederli” gli aspiranti al titolo. Che già di per sé non mi sembra questa gran trovata: voglio dire il talento prevede anche lo stare sulla scena che qui non viene valutato. Per dire Madonna non passerebbe mai, Luisa Corna magari sì.
E infatti arriva la prima concorrente: una che sembra la mai dimenticata Jessica di X Factor, poi diventata signora Morgan. La Carrà arriccia subito le labbra che nel dizionario Miranda Priestley vorrebbe dire “Catastrofe”.

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In verità non ha arricciato nulla, sono solo le sue rughe naturali, tutti premono il pulsante e la promuovono. E cosa accade in questi casi? Che è la concorrente che deve scegliere con chi andare in squadra: per questo basta che uno spinga e si aggiudica il concorrente. Ovviamente poteva la prima non scegliere la Carrà? E così sia. Raffa run the world.
La seconda, Tanya, non passa, invece. Sarà perché assomiglia alla donna delle pulizie latina di tutte le serie tv americane. Ma se non l’hanno vista come se ne sono accorti? Traspariva dalla voce? Il fatto è che dopo i giudici si giustificano di averla eliminata subissandola di complimenti.
Ora: la cattiveria è la base per creare un pubblico di aficionados nei talent, se voi miei cari fate i cattodemocristiani buonisti non si va da nessuna parte. D’altronde è subito chiara una cosa: “Io non sono in grado di valorizzare le tue capacità” è il nuovo “Ti elimino perché sei già pronto”.
Dopo 4 concorrenti sono chiare due considerazioni: 1) ci fosse stato Simon Cowell avrebbe prima picchiato a sangue tutti e 4 i malcapitati, poi tirato giù un bestemmione andandosene via, qui è una profusione di complimenti. 2) Pechino Express aveva dimostrato come si sta bene senza pubblico urlante e parentame in lacrime. Ecco, qui, è esattamente il contrario.

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Il povero Richard Cocciante continua ad essere l’unico a non avere nessuno in squadra: tra un po’ la sedia comincerà a girare vorticosamente senza sosta, e lui tirerà madonne in quella strana lingua assurda che lui solo parla.
Nel frattempo avvisano che sono state trovate tracce di carne di cavallo nei pantaloni di Pelù, colui che ogni volta che alza l’ascella, qualcuno del pubblico muore.
Ma ecco il momento controverso delle selezioni: anche noi non vediamo chi è a cantare. Un’ audizione veramente al buio! Come quando entri in una dark e ti domandi: “ma sto tizio che è bravo sarà pure bono?”
Ma è un dramma: il presunto concorrente ha una voce pazzesca, ma non capiscono se è uomo e donna, nasano il fatto che sia gayssimo e lo eliminano approntando scuse che sfiorano l’omofobia. Che però non sia un talent omofobo lo si vede dalla presenza massiccia di lesbiche all round. Quella che ci piace di più sembra la figlia ora diventata uomo di Cher, e viene accompagnata dalla fidanzata. Finisce in squadra con Noemi. Alla domanda Raffa perché non ti sei girata? “Io non ti ho preso perché prendo solo i gay non le lesbiche” .

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Cocciante è sempre più avvilito: parla senza aprire bocca meglio di Josè Luis Moreno con Rockfeller e il suo tono sembra quello di Crozza quando fa Brunetta. Sarei curioso di vederlo dal salumiere quando chiede così enfaticamente “Mi dia un etto di prosciutto… ma di quello buono”. Non riconosce nemmeno la Giulietta del suo musical e la boccia. Ormai pur di prendersi dei concorrenti promette la restituzione dell’IMU.
La puntata si chiude con questo bottino: Pelù 5 cantanti, Carrà e Noemi 4, Richard 3. Ma la strada è ancora lunga..
Alcune considerazioni sono d’obbligo:
1) Questa Carrà fetish, di pelle e ingioiellata la adoro sempre più. Ha anche quel che di Jessica Lange in American Horror Story. Mi aspetto che da un momento all’altro salga sul palco a performare “Girl Gone Wild”. E se devi scegliere un giudice ricordati: avere la Carrà significa sapere che se per caso cadesse il mondo ci si sposta un po’ più in là.
2) Perché uno dovrebbe scegliere di partecipare a The Voice of Italy? Solo perché a casa non ha Sky, è indubbio. E ricordiamoci che in America quando si gira la poltrona trovi Adam Levine, qui Cocciante. Lo scarto è un po’ tanto, quasi troppo per gli ormoni.
3) L’ho già detto: meno buonismo. Noemi quando hai detto a Valentina, la residuata di “Non è la rai”: “Sentivo un freno a mano mentre cantavi”, Avresti fatto meglio a dire “sentivo una frizione che grattava”
4) Esigo da subito un quinto giudice: io quoto Anna Oxa o Mara “struca il buton” Venier.
5) La prima audizione al buio è evidente che è stata fatta mesi fa: per scegliere il presentatore.
Ora vi saluto, vado a tingere di rosso la sedia dell’ufficio.

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