Dopo il Comitato Olimpico, anche il World Boxing Council (WBC) ha compiuto un passo importante verso un ambiente sportivo più inclusivo, con l’introduzione di nuove linee guida che mirano ad accogliere l* atlet* transgender nella disciplina. L’annuncio è stato dato martedì mattina, dopo un periodo di consultazione e di accurata revisione delle nuove aggiunte al regolamento sportivo.
Al fine di creare un ambiente di accettazione e inclusione, il WBC ha istituito una “open class”, che includerà le persone transgender sia FTM che MTF, che si sono sottoposte o si stanno sottoponendo a una transizione medica, e qualsiasi altro individuo che non rientra in nessuna delle due categorie – come ad esempio, le persone non binarie.
Poiché gli sport sono spesso divisi tra competizioni maschili e femminili, si è discusso sul modo migliore per fornire supporto all* atlet* transgender che desiderano intraprendere la disciplina sportiva a tutti i livelli. Molte organizzazioni hanno già adottato politiche di inclusione per gli atleti transgender, ma nessuna sembra essere così completa come quella proposta dal WBC.
“Si tratta di una politica molto importante che offre opportunità e protezione a tutti i partecipanti allo sport della boxe… Siamo estremamente orgogliosi del nostro impegno per i diritti umani e per l’apertura di opportunità per tutti, indipendentemente dall’identità di genere” ha dichiarato il presidente del WBC, Mauricio Sulaiman.
Oltre a fornire un maggior numero di opzioni rispetto al passato, questa politica assicura anche che tutti siano trattati equamente, indipendentemente dall’identità di genere, fornendo linee guida su come dovrebbero essere strutturate le competizioni quando si tratta di accogliere l* atlet* transgender.
La WBC ha anche chiarito uno specifico codice di condotta per le associazioni sportive a tutti i livelli nell’approcciarsi con la comunità LGBTQIA+: ciò include il rispetto della privacy e l’uso di un linguaggio appropriato.
La pubertà come discriminante per l’inclusione dell* atlet* transgender
Il nuovo regolamento specifica tuttavia che solo le persone transgender MTF che hanno intrapreso il percorso di transizione prima della pubertà possono competere nella categoria femminile. La decisione è stata presa per proteggere le atlete cisgender dall’esposizione a rischi fisici eccessivi dovuti a potenziali disparità di forza causate dalla pubertà maschile.
Nell’inserire questa specifica linea guida, la Boxing NZ ha citato i dati di una ricerca condotta dalla World Rugby sulla biologia delle persone transgender in merito alle prestazioni, che ha dimostrato un vantaggio medio del 160% nella forza dei pugni per un pugile maschio rispetto a una donna.
Nell’ambito di questa nuova politica, le atlete transgender devono dimostrare di aver completato la transizione medica prima della pubertà maschile per poter gareggiare nella categoria pugilato femminile.
Ciò include una documentazione che indichi l’inizio della terapia ormonale sostitutiva (HRT) almeno due anni prima dell’iscrizione a una gara, nonché altri documenti medici che dimostrino che la transizione è avvenuta prima della pubertà maschile.
Inoltre, ogni atleta che desidera gareggiare deve sottoporsi a un rigoroso processo di valutazione condotto da professionisti medici indipendenti prima di essere ammessa alla competizione
La WBC si impegna anche a fornire risorse educative e servizi di supporto a tutt* l* atlet*, compresi l* atlet* transgender sia prima che dopo la transizione. Tali sforzi mirano ad aiutare l* atlet* transgender a prepararsi meglio dal punto di vista fisico e mentale per le competizioni e a fornire loro l’accesso ai servizi sanitari necessari durante la loro carriera sportiva.
“Nel complesso, la decisione del WBC è volta non solo ad assicurare l’equità della competizione, ma anche a garantire la sicurezza di tutti i partecipanti, indipendentemente dall’identità o dall’espressione di genere, preservando il principio di giusta competizione” ha dichiarato Sulaiman.
Si tratta naturalmente di un approccio cauto e calcolato, adottato da tantissimi comitati di varie discipline e volto a bilanciare la domanda di inclusione con il fairplay necessario per garantire equa partecipazione a tutt* le atlet*.
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