Dal palco di Piazza Navona se ne sono sentite di tutti i colori. La manifestazione "No Cav Day", infatti, era stata indetta contro i provvedimenti del premier sulla Giustizia ma si è poi trasformta in una manifestazione contro un bel po’ di cose: dal Papa al Presidente della Repubblica, da Berlusconi ai membri del suo governo.
Vera mattatrice del "No Cav Day" è stata la comica Sabina Guzzanti che ha iniziato il suo discorso prendendosela con la ministra Carfagna (che l’ha querelata) intonando una filastrocca: "Osteria delle ministre, le ministre son maestre e se a letto son portento figuriamoci in parlamento, dammela a me Carfagna paraponziponzipà." E poi: "io non sono moralista ma tu non puoi mettere alle Pari Opportunità una solo perché ti ha succhiato l’uccello" e così via.
Per l’affondo al Papa, la Guzzanti – ancora lei – parte da lontano, dall’inaugurazione dell’Università La Sapienza negatagli. Ma i risvolti, poi, sono decisamente gay. "Tra 20 anni Ratzinger sarà morto e sarà tormentato da diavoloni, frocioni, attivissimi e non passivissimi." È la prima volta che la comica tira in ballo gay e lesbiche. Ce ne sarà una seconda in cui l’attacco sarà rivolto direttamente "ai gay del Gay Pride che hanno accettato di spostare il corteo da Roma a Bologna perché in piazza San Giovanni c’erano i cori in chiesa.". Secondo la comica "non lo hanno fatto nemmeno in centro città perché Cofferati non voleva. E sulle bandierine del palco c’erano tanti personaggi tra cui un ragazzo con la svastica sulla cintura che diceva: ‘Odio i froci ma amo il mio camerata.’ e questo perché l’Arci – secondo la Guzzanti – non voleva prendere posizioni antifasciste".
La Guzzanti ha poi concluso: "Ci sono un sacco di gay che vengono pestati ogni giorno senza che se ne venga a sapere nulla e questo solo perché c’è Ratzinger che sta diffondendo valori abberranti per la nostra Repubblica fondata sulla Resistenza."
Ma il comitato del Bologna Pride non ci sta e con un comunicato stampa ha rispedito al mittente tutte le accuse: "Non è vero che, visto che era stata negata Piazza San Giovanni a Roma, e che per questo si è deciso di spostare il Pride a Bologna." Il Pride di Roma "ha riempito Piazza Navona dopo che Piazza San Giovanni era stata negata dalla nuova giunta di destra, un fatto grave e antidemocratico. Gli organizzatori del Pride di Roma hanno però condotto una trattativa serrata – dice bene Guzzanti – a quel diniego si risponde con durezza e i nostri compagni romani lo hanno fatto. A nulla è valso, ma il pride di Piazza Navona è stato un successo." "In tutto ciò nulla c’entra il Pride di Bologna – continuano gli organizzatori -, manifestazione nazionale la cui locazione è stata annunciata un anno e mezzo fa, e che il 28 giugno sotto le torri ha portato 200.000 persone."
E a proposito di Italo dicono: "Sorprendono anche le critiche su ‘Italo’ uno dei tanti personaggi della campagna BolognaPride proprio perché provengono da una comica, che dovrebbe dunque conoscere molto bene i meccanismi di ridicolizzazione che passano attraverso il ribaltamento dello stereotipo. Italo per noi è il gay di estrema destra che non riesce a risolvere la contraddizione di militare in un’area politica che i gay li massacra e di essere allo stesso tempo innamorato di un suo camerata; Italo dunque picchia i ‘froci’ proprio perché ‘frocio’. ‘Italo’ è un affondo a quell’ideologia machista che animerebbe le tante balde ‘teste rasate’, una presa in giro pesante perché ribalta lo stereotipi del ‘virilissimo’ fascista." "Ci saremmo aspettati un po’ più di attenzione – conclude il comitato – prima di fare affermazioni di questa portata, sarebbe bastato che Sabina Guzzanti si fosse informata un po’ meglio. La credibilità per chi fa satira è la cosa più importante di tutte: il pubblico deve sapere che quello che sente è fondato su notizie vere, avvallate, controllate, ricontrollate, super-controllate. Proprio per tale ragione la satira è la forma di comicità più difficile, se la verità delle affermazioni nascoste dalla maschera viene meno l’intero castello si scioglie come sabbia sotto un’onda. "
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