Non accenna a placarsi la polemica sulle nuove regole per l’assegnazione delle case popolari in Veneto tra le quali è previsto il riconoscimento di un punteggio superiore alle famiglie che rientrano nella definizione di "tradizionale" ovvero quelle composte da un uomo e una donna, sposate e con figli. L’assessore all’edilizia pubblica Massimo Giorgetti, infatti, solo due giorni fa aveva dichiarato: «Sono contrario all’assegnazione di case popolari ai gay: non avendo case per tutti, si devono privilegiare utenze che corrispondano a famiglie tradizionali in stato di povertà o casi di evidente necessità come possono essere quelli di una madre che si ritrova a dover allevare un figlio da sola dopo una separazione».«Certamente, la nostra è una nazione fondata sulla famiglia tradizionale e io sono d’accordo su questo – aveva dichiarato Giorgetti al Corriere del Veneto -: la politica avrà pure il diritto di privilegiare alcune categorie in cui crede piuttosto che altre, no? Dunque io ribadisco questo: visto che non ci sono case per tutti, qui vanno privilegiate le famiglie».
La cosa, naturalmente, ha scatenato reazioni da parte di Arcigay, che ha definito omofoba la posizione di Giorgetti, e del centro-sinistra che ha minacciato interrogazioni appellandosi al principio di uguaglianza stabilito dalla Costituzione. In difesa di Giorgetti si schiera il suo partito, il Pdl, insieme alla Lega.
«I comportamenti sessuali sono privati— ha dichiarato al Corriere della Sera Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, anche lei del Pdl — però è diritto della politica fare scelte precise, specie nei momenti difficili come l’attuale dove le risorse sono limitate. Serve un serio sostegno alla famiglia. E per me e il mio partito l’unica famiglia possibile è formata da un uomo e una donna, uniti stabilmente, con i loro figli. La casa pubblica va destinata a loro, specie se in difficoltà economica. A Giorgetti il mio sostegno. Sono pronta a votare in giunta regionale un regolamento per ridefinire i criteri di attribuzione delle case pubbliche ancora di più a favore delle famiglie».
«La Giunta Regionale del Veneto discrimina i gay e le famiglie a basso reddito – denunciano in una nota i consiglieri regionali del Pd, Claudio Sinigaglia e Bruno Pigozzo -. Gli assessori Donazzan e Giorgetti non sono omobofi – spiegano -. Peggio, sono dei venditori di fumo che spacciano per grandi decisioni politiche a favore delle famiglie ciò che, in ambito abitativo, da sempre accade. Non è mai successo infatti che una coppia gay abbia ottenuto privilegi e punteggi sufficienti per vedersi riconosciuta l’assegnazione di un alloggio popolare. E’ un falso problema, creato ad arte per sparare addosso ai gay e mostrarsi così difensori delle famiglie tradizionali che in realtà questa Giunta sta penalizzando su vari fronti». «Siamo venuti a conoscenza – aggiungono – di una decisione sconcertante e discriminatoria nei confronti delle famiglie più in difficoltà. A partire da quest’anno scolastico i nuclei a basso reddito (dai 10.600 ai 13.500 euro annui), che in Veneto sono oltre 90.000, vengono obbligati a compilare via web le domande per ottenere sia le borse di studio sia i contributi regionali per l’acquisto libri di scuola media e superiori e per le spese di frequenza, trasporto e mensa. In questo modo chi non ha un computer, cosa abbastanza normale per persone con un modesto tenore di vita, resterà escluso da questo diritto».
A dare man forte alla Donazzan arriva Daniele Stival che da bravo leghista aggiunge un pizzico di regionalismo spinto: «Sono d’accordo e pronto a votare unamaggiore caratterizzazione pro-famiglie tradizionali nell’assegnazione delle case popolari — precisa Stival — aggiungendoci però il requisito della residenza in regione da almeno 15 anni».
Lo stesso Giorgetti tenta una difesa in extremis: «come politico e assessore – dice – rivendico il mio diritto-dovere di promuovere politiche specifiche anche di aiuto alla famiglia con gli strumenti che ho a disposizione, senza dover essere accusato di omofobia. Se così non fosse mi spieghi se tanti provvedimenti regionali, votati e condivisi anche dal suo gruppo, che incentivano specifiche categorie e corpi sociali, sono discriminatori. Sulla casa, ad esempio, i provvedimenti pro-anziani discriminano i giovani?».«L’opposizione, se i veneti gliene dessero la possibilità, potrà legittimamente incentivare coppie gay rispetto alle famiglie – conclude Giorgetti dimenticando che le coppie gay non chiedono certo di essere privilegiate rispetto a quelle etero, ma di essere trattate da pari -. Non sarò d’accordo, ma io e mia moglie non ci sentiremo discriminati».
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