Gli avvocati delle società Miren S.r.L e Miss Italia S.r.L hanno fatto pervenire ieri una diffida ad utilizzare la denominazione “Miss Trans Italia” e “Miss Trans Italia Sudamerica” all’organizzazione del concorso che da 19 anni elegge la trans più bella d’Italia, e dall’anno scorso anche la sudamericana in Italia, durante il concorso che si svolge sulla Marina di Torre del Lago Puccini (Lucca). Avere scelto per il concorso questo nome, secondo i legali delle società legate al concorso di bellezza nazionale più famoso, creerebbe confusione tra i diversi concorsi. In più, la registrazione dei marchi utilizzati per i concorsi tra le trans italiane violerebbe le norme della concorrenza “per l’evidente abusivo sfruttamento della notorietà dei marchi delle società Miren s.r.l e Miss Italia s.r.l”.
“Quando abbiamo ricevuto la diffida – commenta a Gay.it Regina Satariano, organizzatrice di Miss Trans Italia e Miss Trans Italia Sudamerica – siamo rimasti senza parole. E’ ridicolo che se ne accorgano dopo 19 anni, mentre noi avremmo fatto salti mortali per farci notare nel 1992, quando abbiamo fatto il primo concorso e abbiamo registrato il marchio Miss Trans Italia”.
"Era il 1992 quando abbiamo scelto questo nome per il concorso – spiega Satariano – e lo abbiamo fatto proprio in polemica con il concorso ufficiale che si rifiutava di accettare tra le concorrenti ragazze transgender che ormai avevano completato la transizione. Allora, nessuno ci diede peso, ma siamo andati avanti. L’anno scorso ci ha stupiti che circolasse la voce secondo la quale una delle ragazze era trans. E adesso arriva la diffida”. “Forse – continua l’organizzatrice del concorso che si svolge in Versilia – adesso che Miss Italia dovrebbe svolgersi a Montecatini, Patrizia Mirigliani pensa che un altro concorso in Toscana possa offuscare il loro e non capiscono che anzi può solo attirate l’attenzione ancora di più".
E vuole il caso che la diffida arrivi proprio alla vigilia della candidatura ufficiale di Montecatini Terme come nuova sede della kermesse avvenuta oggi con la presenza di Miss Italia 2010 Francesca Testasecca nella cittadina toscana.
"Il nostro non è un evento solo ludico e non abbiamo niente di cui vergognarci – aggiunge Satariano -. L’elezione viene sempre preceduta da dibatti e incontri sulla condizione delle trans in Italia e le ragazze stanno molto attente a come sfilano in passerella per evitare ogni speculazione. Per esempio, noi utilizziamo costumi interi, al contrario di certi bikini striminziti che si vedono su altre passerelle. E’ vero, alla fine si elegge la ragazza più bella, ma per noi è un momento di visibilità, di orgoglio, in cui ci confrontiamo. Liedizione deidcata alle ragazze sudamericane, poi, ha una valenza ancora più psecifica che affronta la doppia difficoltà di essere trans ed extracomunitarie in Italia".
La diffida, però, non fermerà l’edizione 2011 di Miss Trans Italia né la seconda di Miss Trans Italia Sudamerica, in programma come sempre per la fine di agosto presso il Priscilla Cafè a Torre del Lago.
"Risponderemo per vie legali, naturalmente – conclude Satariano -. Certo è che ha davvero del’incredibile. Altrettanto certo è che non basterà una diffida a fermare in concorso né tanto meno a fargli cambiare nome. Siamo trans e italiane e non rinunciamo a nessuna delle due parole. Come altro dovremmo chiamare questo concorso?”.
Patrizia Mirigliani, figlia dello storico patron del concorso Miss Italia, affida alle agenzie la sua replica. "Il marchio Miss Italia è noto – spiega all’agenzia AdnKronos Patrizia Mirigliani – e viene utilizzato in Italia dal 1945. La famiglia Mirigliani lo ha registrato dal 1987, ma c’è un pre-uso, dal ’45 appunto, ovvero da quando esiste il concorso. Quando si dice Miss italia si pensa al concorso tradizionale di bellezza non a un negozio di mobili". "Rispetto il mondo dei gay e non ho nulla in contrario con il concorso delle trans – dice Patrizia Mirigliani tentando la via diplomatica – l’importante è che non usino ‘Miss’ accompagnato dalla parola ‘Italia’".
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