In un editoriale pubblicato sul Corriere della Sera di ieri, Aldo Cazzullo condanna le manifestazioni di contestazione e giubilo alla notizia delle dimissioni di Berlusconi, ritenendole violente, e ripercorre alcuni passaggi degli ultimi anni. E in un passaggio si lascia andare e scrive: "Dieci anni dopo per sconfiggerlo si dovette riunire in un’unica coalizione Dini e Cossutta, Mastella e il no global Caruso, la Binetti col cilicio e Luxuria vestito da donna: un’alleanza a malapena capace di vincere le elezioni, ma del tutto incapace di governare".
Certo, difficile non criticare quella coalizione, ma tra tutte le persone che Cazzullo cita, è solo quando si riferisce all’allora deputata di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria che usa parole offensive.
"E’ strano che in un articolo in cui si critica la violenza verbale nei confronti del premier dimissionario, non si consideri come anche l’insulto sia una violenza verbale altrettanto grave – dice Vladimir Luxuria a Gay.it -. Avrebbe potuto dire ‘la Binetti e la trans’ e nessuno l’avrebbe percepita come un’offesa. Invece questo usare il maschile e l’idea del camuffarsi offende non solo me, ma tutta la popolazione transgender. Mi ha ricordato la Mussolini che a Porta a Porta disse ‘questo si veste da donna e pensa di poter dire quello che vuole’".
Un linguaggio che non ci si aspetta da un giornalista autorevole di una testata ancora più autorevole, un quotidiano in grado di contribuire alla formazione dell’opinione pubblica e, quindi, anche alla sua crescita culturale. "Sono rimasta davvero colpita – dice ancora Luxuria -. Dal Corriere della Sera non me l’aspettavo. Capisco che Cazzullo abbia voluto usare un giudizio tranchant, ma se per lui le trans sono uomini vestiti da donna questo lo accomuna alla Gardini (che si lamentò del fatto che Luxuria usasse il bagno delle donne alla Camera dei Deputati, nda) e alla Mussolini". Sembra quasi che determinate espressioni, soprattutto riferite alle persone lgbt, come ad altre minoranze, vengano usate senza neanche percepire che si tratta di offese.
"Credo che alla fine Cazzulo abbia voluto esprimere quello che pensa veramente delle trans – continua Luxuria -. Altro che lancio di monetine, queste sono frecce avvelenate scagliate da giornalisti poco sensibili. Evidentemente a poco o niente sono serviti gli incontri con la Federazione della Stampa, se ci sono ancora giornalisti che si sentono tanto autorevoli da poter intingere la penna nel veleno".
E nelle prossime ore Luxuria scriverà una email direttamente ad Aldo Cazzullo per manifestare al giornalista la delusione per quanto accaduto. Intanto sulla vicenda interviene Paolo Patané, presidente nazionale di Arcigay: "L’atteggiamento di Cazzullo come quello spesso usato da molti media – dichiara Patané a Gay.it – è completamente fuori dal tempo e dalla realtà. Dimostra come il giornalismo italiano non sia in grado di affrontare un tema che non ha approfondito e che non conosce. Oltre all’accostamento al fenomento da baraccone è ancora onnipresente l’utilizzo di una grammatica errata (l’uso del maschile riferito ad una trans, nda) e un riferimento al transessualismo e al transgenderismo come legato solo alla sessualità del corpo, dimenticando compeltamente la persona in tutti i suoi aspetti".
"Arcigay – conclude Patané – è continuamente impegnata in una campagna di sensibilizzazione dei giornalisti e delle redazioni. Continuiamo a insistere con i media e giornalisti amici, inviando email in merito, ma è un lavoro complesso e arduo perché spesso le redazioni ci ignorano".
di Caterina Coppola
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