I pornoattori gay o gay porn performer, come si dice oggi, si sono sempre trovati in una posizione più complicata rispetto ai loro colleghi etero: infatti, oltre a rappresentare le fantasie erotiche del loro pubblico, sono sempre stati una sorta di simbolo per le istanze di emancipazione e liberazione sessuale della comunità.
Anche per questo, insieme all’industria dell’hard vera e propria, si è sviluppato un vero e proprio gay porn fandom (dall’inglese fan kingdom, "regno dei fans"), composto da tanti appassionati che amano seguire le vicende dei loro idoli hard in maniera non diversa da chi segue le star della musica, del cinema e della televisione. Internet ha accentuato ancor più il fenomeno perché ha reso il rapporto tra performers e pubblico ancora più diretto, aumentando a dismisura la popolarità di chi lavora nell’hard gay e di pari passo le sue responsabilità verso chi lo segue.
L’esempio più lampante lo si è visto nelle ultime settimane: il gay porn fandom ha seguito con particolare interesse il caso di Mason Wyler. Per chi non lo sapesse Mason Wyler (che in realtà si chiama James Wallace), è un simpatico ragazzo texano (classe 1984) un po’ nerd, che fino al 2005 pensava che "da grande" avrebbe insegnato storia, ma che poi ha scoperto di essere portato per le scene hard. La sua spontaneità da "ragazzo della porta accanto" lo ha reso subito molto popolare e lo ha portato a lavorare per una dozzina di studios importanti come Falcon e Titan.
Dal 2008, però, Wyler aveva deciso di sfruttare la sua immagine esclusivamente tramite un sito personale (gestito dalla Nextdoor Entertainment), dove aggiungeva regolarmente nuovi video con le sue performance. Tutto sembrava andare benissimo, se non che dallo scorso maggio l’attore non aveva più caricato nuovi aggiornamenti.
Alcuni enigmatici messaggi sul suo blog parlavano di lavoro perso e cambiamenti radicali nella sua vita, anche se poi la Nextdoor aveva emesso un comunicato stampa in cui diceva che Mason avrebbe presto ripreso presto ad aggiornare il sito, offrendo anche un servizio di webcam live. In effetti la situazione stava prendendo una piega sospetta, che si è accentuata quando alcuni siti di gay porn gossip avevano riportato la notizia secondo cui, a giugno, Mason aveva deciso di punto in bianco di tornare a vivere per un po’ dai suoi genitori (assieme al suo ragazzo e convivente Marcus), lasciando il loro terzo coinquilino (Porter Wescott, a sua volta porn performers sotto contratto col sito Randy Blue) senza i soldi per l’affitto.
Evidentemente Porter Wescott è un ragazzo un po’ vendicativo, visto che poco tempo dopo ha rilasciato un’intervista dove ha rivelato che il comportamento del suo ex coinquilino era dovuto al fatto che, da maggio, aveva scoperto di avere contratto l’epatite C e il virus HIV. Wescott ha però precisato che è stato spinto a fare questa rivelazione solo per evitare il rischio di possibili contagi ad altre person.
Sia come sia il tam tam su internet si è fatto pressante e Mason ha dovuto ammettere che (epatite a parte) era tutto vero e che, comunque, stava pensando di ritirarsi o al limite di continuare a fare video "solo". Ha chiesto inoltre di fermarsi sul parlare delle sue presunte abitudini sessuali a rischio e del suo stato di salute ("Please stop, stop, stop", si leggeva nel suo accorato appello). Sul suo blog ha inoltre precisato che, carriera hard a parte, è un gay come tanti e che ora non ha alcuna intenzione di fare sesso bareback, festini "a rischio" o infettare altre persone: negli ultimi mesi ha avuto solo tre partner sessuali e ha fatto sesso con loro perchè sapeva che erano già sieropositivi (evidentemente Mason non sa che il virus HIV non ha un solo ceppo virale: qualcuno dovrebbe farglielo notare al più presto!).
Tuttavia il caso di Mason ha messo in moto una discussione non da poco: "denunciare" pubblicamente la sieropositività di qualcuno è un po’ come dire che fare sesso con persone sieropositive costituisce un rischio a prescindere, cosa non vera. Il pubblico del web si è diviso sul caso e anche la situazione lavorativa appare incerta. Se non altro Chris Ward (il boss della Raging Stallion) ha voluto esprimergli la sua personale solidarietà, garantendogli che le porte dei suoi studios (dove si pratica solo sesso protetto e dove non si escludono a priori i porn performer sieropositivi) saranno sempre aperte per un attore bravo come lui.
di Valeriano Elfodiluce
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